28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
La nottata non è ancora passata per le economie dell'Unione europea

Nella Ue inflazione negativa e disoccupazione record a giugno

Ma Bruxelles rassicura: «Prezzi risaliranno, il peggio è passato»

BRUXELLES - La nottata non è ancora passata per le economie dell'Unione europea. Lo confermano i dati diffusi oggi dall'agenzia statistica dell'Ue, Eurostat. A luglio, l'inflazione nell'eurozona è scesa al -0,6%, dopo lo -0,1% di giugno e lo 0,0% di aprile: dati che da una parte rafforzano il potere d'acquisti delle famiglie, ma dall'altra alimentano i timori di deflazione. Al tempo stesso, a giugno la disoccupazione di Eurolandia è salita al 9,4%, il livello più alto degli ultimi dieci anni, mentre nei Ventisette ha raggiunto l'8,9%, eguagliando il dato del giugno 2005. Ma la Commissione europea tenta di rassicurare gli animi, assicurando che il peggio è passato.

STIMA PRELIMINARE - Amelia Torres, portavoce del commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia, sottolinea innanzitutto che quella di Eurostat sull'inflazione «è una stima preliminare», che verrà confermata solamente il 14 agosto. E assicura che l'indice dei prezzi tornerà a essere «positivo nella seconda metà dell'anno». Secondo l'analisi di Bruxelles l'andamento sottozero dell'inflazione è dovuto «in gran parte agli effetti di base negativi», ovvero al fatto che esattamente un anno fa si è registrato il picco dei prezzi alimentari e dell'energia, ora rientrati a livelli più normali. «Ci aspettiamo, come hanno detto il commissario Almunia, la Banca centrale europea (Bce) e i ministri Ecofin, che l'inflazione ritornerà positiva nella seconda metà dell'anno», ha assicurato la portavoce.

Torres non ha mai pronunciato la parola 'tabù' della deflazione, ma ha indicato che, stando all'analisi degli esperti della Commissione, da aprile a maggio «solo il 18 per cento dei prezzi ha registrato un calo». Quindi non è in corso una diminuzione generalizzata dei prezzi prevista dalla deflazione, che renderebbe ancora più difficoltosa l'uscita dalla recessione. Secondo i primi dati diffusi a livello nazionale, comunque, i prezzi continuano a scendere: in Italia a luglio sono rimasti inchiodati allo 0%, il livello più basso dal settembre del 1959; in Francia sono scesi dell'1,4%; in Belgio dell'1,68%; in Germania dello 0,6%, record dal marzo del 1987. E ieri il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha parlato di «rischi deboli di deflazione» per l'Eurozona, prevedendo una crescita dei prezzi dello 0,2% nel 2009 e dello 0,7% nel 2010.

Per quanto riguarda la disoccupazione, la portavoce ha riconosciuto che «continua ad aumentare malgrado i segnali di stabilizzazione e di miglioramento dell'economia». Proprio ieri, infatti, gli indici di giugno del clima delle imprese (Bci) e dela fiducia economica (Esi) della Commissione europea hanno mostrato segni di miglioramento, pur restando a livelli piuttosto bassi in assoluto. Mentre per il Fmi e i tempi e la portata della ripresa di Eurolandia restano «altamente incerti», visto che la zona è ancora «in recessione, con segnali di miglioramento che devono ancora evolversi in un recupero».

In questo quadro, Torres afferma che l'aumento dei senza lavoro «era previsto, perché c'è sempre un ritardo tra l'evoluzione della situazione economica e quella del mercato del lavoro», e ricorda che la disoccupazione in Europa ha cominciato a salire diversi mesi dopo l'inizio della bufera economica e finanziaria. Stando ai dati Eurostat, al netto dei fattori stagionali, i disoccupati sono 21,5 milioni nei Ventisette e 14,9 milioni nella zona euro, ma la nota positiva è che il ritmo a cui si stanno bruciando posti di lavoro sta rallentando. Da giugno a luglio, ha indicato la portavoce, i senza lavoro nei Ventisette sono saliti di 246mila unità, «molto meno degli incrementi mensili precedenti». Per esempio, a marzo era stato di 626mila unità e da allora gli incrementi «si sono ridotti costantemente». Inoltre l'aumento registrato a giugno nell'eurozona è inferiore alle attese degli economisti, che prevedevano un balzo al 9,7%.