20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Made in Italy

Coldiretti: «Già in centomila ai porti e in tutti i valichi»

Blitz nelle industrie del latte. Protesta si è estesa anche a frutta, olio, grano e vino

Sono già quasi centomila gli agricoltori che hanno lasciato le campagne e si sono uniti alla mobilitazione della Coldiretti a difesa del Made in Italy dal campo alla tavola che si è estesa a tutte le frontiere, dal Brennero al Tarvisio, dal Frejus fino alla dogana di Ventimiglia, ma anche ai principali porti di sbarco dei prodotti agricoli stranieri, da quello di Ravenna a Brindisi, da Ancona a Palermo, fino a Salerno.

Blitz degli allevatori anche negli stabilimenti di lavorazione della grande industria che trattano prodotti provenienti dall’estero come la Lactis di Albano S. Alessandro in provincia di Bergamo e Carnini di Villa Guardia in provincia di Como, entrambe del gruppo Parmalat, e Lat-Bri di Usmate Velate in provincia di Monza-Brianza. Produttori di frutta, vino, ortaggi, cereali e olio di oliva sono scesi al fianco degli allevatori con centinaia di trattori all’arrembaggio dei principali porti per difendere le coltivazioni Made in Italy.

«La spesa per i consumatori aumenta, ma i prezzi in campagna sono crollati», «il grano cala e la pasta aumenta», «stop alle truffe del falso olio Made in Italy», «in 24 ore i prezzi delle pesche aumentano di dieci volte dal campo alla tavola» sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti che si dicono pronti a proseguire ad oltranza la mobilitazione promossa dal presidente nazionale Sergio Marini e denominata «operazione verita’ sul Made in Italy».

Gli agricoltori della Coldiretti chiedono l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per tutti gli alimenti e maggiori controlli sui prodotti stranieri dei quali deve essere resa nota la destinazione, per combattere la speculazione che fa aumentare la spesa degli italiani mentre nelle campagne i prezzi sono crollati.