16 aprile 2024
Aggiornato 07:00
In riferimento ai dati Istat sull'inflazione a giugno

Inflazione: per alimentari è 4 volte superiore la media

Coldiretti: «Rincari ingiustificati con crollo del 16 % dei prezzi all’origine»

ROMA - L'aumento tendenziale dei prezzi degli alimentari dell'1,9 per cento è stato quasi quattro volte superiore il valore medio dell'inflazione (+0,5 per cento) a giugno, nonostante nelle campagne i prodotti agricoli si trovino in piena deflazione con un calo del 16 per cento a giugno, secondo Ismea. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento ai dati Istat sull'inflazione a giugno.

Il fatto che i prezzi dei prodotti alimentari continuino ad aumentare su base tendenziale nonostante il crollo del 16 per cento dei prezzi agricoli alla produzione dimostra – sottolinea la Coldiretti - la presenza di pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono gli agricoltori ed i consumatori.

Il record della riduzione nei campi si è verificato - precisa la Coldiretti - per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 33,3 per cento rispetto allo scorso anno, ma sugli scaffali ìl dato aggregato di pasta, pane e cereali è salito del 2,2. In campagna sono in calo le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno registrato, rispettivamente, contrazioni del 23,6 per cento e del 20,4 per cento, e anche della frutta (-21,7 per cento) che pero’ al supermercato aumenta del 2,6 per cento.

Nell’attività di allevamento - continua la Coldiretti - il confronto su base annua segnala una variazione negativa per i prezzi alla produzione di suini (- 4,9 per cento) e bovini (- 5,8 cento). Ancora più accentuato il calo delle quotazioni dei lattiero-caseari, che rispetto al giugno 2008 registrano in media una flessione del 14,7%, mentre segnano un meno 1,1% i prezzi degli ovicaprini.

Si tratta di variazioni negative che - denuncia la Coldiretti - non trovano riscontro nei prezzi di vendita ai consumatori che continuano a crescere in praticamente tutte le categorie di prodotto. L'analisi evidenzia dunque l'aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi - sostiene la Coldiretti - aumentano quindi in media quasi cinque volte. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori ed esistono quindi - continua la Coldiretti - ampi margini da recuperare, con piu' efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.

Gli italiani spendono 205 miliardi all'anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19,1 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario - conclude la Coldiretti - interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.