G8: per la CIA insufficiente il documento sul clima
«D’accordo con le critiche del segretario generale Onu Ban Ki-Moon»
ROMA - Affermare che l’aumento di due gradi della temperatura del Pianeta è il limite oltre il quale il cambiamento climatico diventa insostenibile e nel contempo fissare al 2050 il dimezzamento delle emissioni di gas a effetto serra, senza obiettivi concreti intermedi, significa non dire nulla di concretamente efficace.
E’ quanto afferma la Cia in merito all’accordo siglato dal «G8» de L’Aquila sul clima, concordando con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon il quale ha ammesso di non essere soddisfatto degli impegni presi dagli otto grandi sui mutamenti climatici.
Serve, infatti, ben altro per scongiurare una «catastrofe ambientale». Il calendario degli impegni del Protocollo di Kyoto -afferma la Cia- finisce al 2012 e bisognerebbe sapere cosa succede nel 2013 e non nel 2050.
Concentrarsi sulle politiche di adattamento è quello che servirebbe su scala mondiale. Concetto che la Cia ha sottolineato nella Conferenza nazionale su «Cambiamento climatico, acqua e agricoltura», accogliendo il messaggio contenuto nelle nuove sfide poste dall’»Health Check» e sostenendo il pacchetto clima della Commissione europea recentemente approvato, con un vasto consenso anche da parte del Parlamento europeo.
L’agricoltura e il sistema forestale -conclude la Cia- già svolgono ed hanno un ruolo ancora maggiore da portare avanti nel contrasto al cambiamento climatico, con le loro molteplici attività di gestione dei suoli, di produzioni e di allevamenti di qualità, di salvaguardia della biodiversità, di valorizzazione delle biomasse per la produzione di energia elettrica e termica, di gestione delle risorse idriche.
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