29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Imprese agricole in affanno sotto il peso dei costi

Cresce il contributo ambientale sugli imballaggi in plastica

La Cia denuncia un aumento da 105 a 195 euro la tonnellata. Sollecitato un pronto confronto con gli enti interessati

ROMA - Una nuova tegola si abbatte sulle imprese agricole italiane. E anche questa volta si tratta di un considerevole aumento dei costi. Un incremento dovuto al rincaro di quasi il 100 per cento del prezzo di ritiro degli imballaggi di plastica utilizzati dalle aziende. Dal primo luglio scorso per tutti i consorziati il contributo ambientale Conai (Cac) è, infatti, passato da 105 a 195 euro la tonnellata. Tale decisione è stata assunta dal Consiglio di amministrazione del Consorzio nazionale imballaggi (Conai) su proposta di Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica). A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori preoccupata per questo ulteriore onere che va ad appesantire la già difficile situazione reddituale dei produttori agricoli.

Questo incremento -rileva la Cia- si è reso necessario, secondo Corepla, da «una combinazione di fattori critici che, andando a sommarsi con quelli che già erano stati causa, dopo dieci anni di stabilità, dell’aumento a 105 euro/tonnellata del contributo, se non affrontati tempestivamente avrebbero portato Corepla ad una grave situazione di squilibrio economico-finanziario».

Lo stesso Corepla ricorda, in una lettera inviata a tutti i consorziati, che nel corso del 2008 «si è registrato un fortissimo aumento della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nelle varie regioni d’Italia, ben superiore ad ogni aspettativa, innescato anche dall’emergenza campana». Aumento che «si è accompagnato ad un notevole scadimento qualitativo della raccolta, che si è tradotto in un’impennata dei costi di avvio a recupero energetico della crescente quota degli imballaggi in plastica e del loro riciclo».

Inoltre, secondo Corepla, a questi eventi straordinari, che erano stati già causa del precedente aumento contributivo, hanno fatto seguito, a partire da ottobre scorso, gli effetti della crisi economica globale, «che hanno investito pesantemente anche il settore degli imballaggi in plastica e del loro riciclo». Si è così registrato «il crollo delle quotazioni delle materie prime seconde da riciclo che ha causato una drastica contrazione dei ricavi di Corepla, privando il Consorzio di un’importante fonte di entrate. Contemporaneamente, la contrazione dei consumi indotta dalla crisi ha provocato la riduzione dell’immesso al consumo di imballaggi, con conseguente diminuzione dei proventi da Contributo ambientale».

Al di là delle motivazioni, che peraltro ci appaiano del tutto opinabili, e al di là dell’annuncio che il Consiglio di amministrazione Conai, in accordo con Corepla, si sia riservato di ridurre il contributo per il 2010, l’aumento deciso rappresenta -afferma Cia- un onere insostenibile per le imprese agricole. Gli agricoltori, d’altra parte, già fanno i conti con una gravosa crescita dei costi produttivi e di quelli contributivi e con una drastica riduzione dei prezzi praticati sui campi (in giugno si è avuto un crollo di oltre il 15 per cento con punte del 33 per cento per i cereali, del 22 per cento per la frutta, del 23 per cento per i vini e del 14 per cento per il latte).

Per questa ragione, la Cia chiede che l’aumento del contributo Conai venga congelato o, in estrema ipotesi, adottato un incremento meno gravoso per le imprese agricole che, in questo particolare e difficile momento congiunturale, non possono vedere crescere ulteriormente i loro costi produttivi. Per verificare tale possibilità, la Cia sollecita un pronto confronto con gli enti preposti al fine di giungere ad una soluzione che permetta di evitare, o almeno attenuare, un onere che avrebbe riflessi fortemente negativi sull’attività imprenditoriale.