Goldman Sachs resiste a crisi, attesi utili 2 miliardi dollari
Risultati secondo trimestre in calendario per domani
NEW YORK - Domani Goldman Sachs pubblicherà i risultati di bilancio per il secondo trimestre e, se gli analisti non si sbagliano, le rivali resteranno ancora una volta con un palmo di naso. Il colosso bancario newyorkese, l'unico che non è finito allo sbando nella crisi peggiore dalla recessione degli anni Trenta, dovrebbe avere chiuso il periodo da marzo a giugno con utili per circa 2 miliardi di dollari, una cifra di tutto rispetto, soprattutto se paragonata alle sonore perdite previste per le banche concorrenti.
Mentre gli altri istituti arrancano, chiedendosi invano quale sia la «ricetta» che ha portato la rivale a rialzare la testa solo pochi mesi dopo che l'industria finanziaria americana è stata scossa fin dalle fondamenta, Goldman si prepara ad accantonare capitale sufficiente per pagare i 18 miliardi di dollari di bonus e compensi previsti per i suoi 28.000 dipendenti. La media è di oltre 600.000 dollari a impiegato, ma saranno i vertici della società a portare a casa compensi milionari.
Sempre che gli analisti non abbiano preso una cantonata, il peggio per Goldman Sachs dovrebbe essere passato e le perdite per 2,12 miliardi del quarto trimestre 2008 - le prime da quando la banca è sbarcata a Wall Street nel 1999 - potrebbero essere solo un ricordo. Secondo il Times di Londra, la banca newyorkese, che ha già rimborsato al Governo i prestiti di emergenza per 10 miliardi di dollari ricevuti nell'ambito del Tarp (il piano anticrisi da oltre 700 miliardi di dollari), dovrebbe riportare utili per 1,7 miliardi di dollari su un giro d'affari di 10,7 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea i livelli di un anno fa quando furono registrati utili per 2 miliardi di dollari su un giro d'affari di 9,4 miliardi.
Goldman Sachs sta dunque scommettendo sui mercati, ma vale anche il discorso inverso: il titolo, che poco dopo l'avvio delle contrattazioni a Wall Street è scambiato a 146,75 dollari per azione, in rialzo del 3,26 per cento, è in aumento del 68 per cento rispetto ai valori di inizio anno, anche se ancora ben lontano dal record toccato nel 2007 a 250,70 dollari. La banca newyorkese è riuscita a sfruttare la crisi a proprio vantaggio e l'unica a tenere in qualche modo il passo sembra essere JpMorgan Chase: Morgan Stanley dovrebbe chiudere in perdita il trimestre, Citigroup e Bank of America continuano ad arrancare, mentre Merrill Lynch, ora controllata da Bank of America, non appare in grado di replicare il successo di Goldman.
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