Fisco, Cgil: persi circa 7mila euro in 15 anni
Megale: «Adesso con Cisl e Uil per incalzare il governo e sostenere redditi»
ROMA - «Non è più accettabile». Il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, commenta così il dato Eursostat che segna l’Italia come il paese dell'Unione europea in cui le tasse sul lavoro sono più alte. «Sono ormai diversi anni - aggiunge - che la Cgil sottolinea, anche assieme a Cisl e Uil con la piattaforma sul fisco di novembre 2007, quanto a pagare le tasse siano soprattutto i lavoratori e i pensionati e nelle crisi di domanda che viviamo è un elemento di forte contraddizione».
I lavoratori e i pensionati, infatti, calcola Megale, «portano nelle casse dello Stato quasi il 90% del gettito Irpef ed è dal 1993 che la tassazione media effettiva dei redditi da lavoro dipendente in Europa è pari al 16,8% e in Italia al 19,6%. Non a caso le retribuzioni nette negli ultimi 15 anni sono cresciute circa 4 punti in meno delle lorde e nelle buste paga risultano 6.738 euro cumulati di perdita di potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti che ha trattenuto il fisco». A questo dato, inoltre, «si aggiunge la mancata restituzione del fiscal drag che solo nel 2008, con un’inflazione al 3,5%, ha privato i lavoratori e i pensionati di 3,6 miliardi di euro (mediamente 362 euro). A tutto ciò, poi, va sommata un’evasione fiscale nel 2008 pari a circa il 9,6%, circa 8 miliardi di euro, del gettito complessivo (Irpef, Iva, etc.), che ha coinvolto circa 596mila persone».
MAGGIORI DETRAZIONI - Ecco perché la Cgil «continua a chiedere al governo una misura che porti a lavoratori dipendenti, pensionati e collaboratori mediamente 100 euro in più al mese in busta paga a partire dal 2010, attraverso maggiori detrazioni da lavoro e da pensione». Ma più in generale per Megale «questo è il momento perché sul fisco insieme con Cisl, Uil si incalzi il governo, prendendo come riferimento la piattaforma unitaria del 2007, e aggiornandola anche sulla base delle recenti proposte presentate al congresso della Cisl, per uscire dalla crisi - conclude - rilanciando la domanda interna attraverso una manovra di redistribuzione e di sostegno ai redditi da lavoro dipendente e da pensione».
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