Confindustria: «Segni positivi, ma ripresa ripida e faticosa»
«Sono vitali e urgenti riforme strutturali»
ROMA - Sull'economia nazionale e internazionale arrivano i primi segnali positivi, ma «il peggio non è ancora alle spalle: la ripresa sarà ripida, faticosa e impegnativa«. Lo afferma il direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, sintetizzando il senso delle nuove previsioni per l'economia italiana. «Si apre inevitabilmente - aggiunge Paolazzi - una stagione di ristrutturazioni profonde in tutto il mondo non solo in Italia».
RIFORME - Per uscire dalla crisi e favorire la ripresa sono comunque «vitali e urgenti le riforme strutturali in grado di rimuovere gli ostacoli al dinamismo del Paese già emersi prima della crisi», sottolinea Confindustria che torna a sollecitare al governo l'adozione di misure strutturali, sottolineando che «il Pil italiano può guadagnare almeno il 30%» nei prossimi 20 anni «facendo leva su infrastrutture, istruzione, pubblica amministrazione e liberalizzazioni».
Si potrebbe chiudere il divario, sottolinea Confindustria, «che ci separa dai paesi più avanzati». Le riforme sono rese più urgenti, precisa, «dal fatto che le altre nazioni le stanno varando: rimanendo ferma l'Italia vedrebbe arretrare ancora di più la sua posizione competitiva».
CONTI PUBBLICI - Confindustria riconosce tuttavia che «il governo è costretto a muoversi in un corridoio reso stretto da due necessità: il rilancio dell'economia e la stabilizzazione del debito pubblico nel medio-lungo periodo, in modo da rassicurare i mercati finanziari. Una crescita consistente è essenziale per frenare il deterioramento dei conti pubblici e consentirne il risanamento».
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