7 maggio 2024
Aggiornato 05:30

Latte: presidio Frejus

Coldiretti chiede nomi ditte che importano

La speculazione sui prezzi si combatte con la trasparenza dell'informazione e per questo è necessario estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (UHT), latticini e formaggi , ma anche di rendere pubblici gli elenchi delle ditte che utilizzano latte sterile, cagliate, polveri e caseinati importati dall’estero all’insaputa dei consumatori. E’ questa la richiesta del migliaio di allevatori della Coldiretti alla frontiera del Frejus nell’ambito del presidio che ha permesso di verificare un intenso traffico di camion in ingresso con prodotti lattiero caseari stranieri.

Si stima che, senza alcuna indicazione in etichetta, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Gli italiani - sottolinea la Coldiretti - devono poter conoscere le caratteristiche e la provenienza degli alimenti che acquistano nei supermercati, ai quali chiediamo una scelta volontaria di responsabilità mantenendo separati sugli scaffali i prodotti ottenuti con vero latte italiano da quelli realizzati con latte, polveri o cagliate provenienti dall’estero.

A fronte del calo delle quotazioni del prezzo del latte alla stalla che sta provocando al chiusura degli allevamenti, l'Italia - denuncia la Coldiretti - tra i grandi paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l'unico dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi, secondo l’analisi della Commissione Europea a febbraio 2009. Sul piano della contrattazione, la Coldiretti sostiene la proposta per l’identificazione e definizione degli indici di riferimento nella definizione con l’industria italiana di un prezzo di base del latte alla stalla con riguardo alle caratteristiche e ai prezzi dei prodotti caseari italiani, nonché dei costi di produzione sostenuti dalle imprese di allevamento.

Per garantire un futuro alle stalle italiane la Coldiretti ha individuato misure d’intervento per la filiera del latte e dei prodotti lattiero-caseari per il breve e il lungo periodo. Nell’immediato, occorre attivare tutti i meccanismi previsti dell’organizzazione di mercato del latte per i formaggi duri italiani (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Fiore sardo, Pecorino, Provolone, ecc.). Interventi per il contenimento dei costi e l’accesso al credito, ma anche controlli sulle importazioni di prodotti lattiero caseari e soprattutto pubblicità su internet delle ditte di destinazione delle importazioni di polvere di latte e cagliate dall’estero sono alcune delle misure che la Coldiretti chiede di attivare immediatamente.

In Italia - ricorda la Coldiretti - nell’ultimo anno sono arrivati 86 milioni di quintali di latte equivalente tra polveri, cagliate, formaggi, cisterne di latte liquido o confezionato. Per garantire la veridicità del prodotto caseario, la Coldiretti chiede anche la mappatura mediante l’utilizzo di isotopi estesa a tutto il territorio nazionale mentre sul piano commerciale è necessario intervenire con norme per agevolare le imprese agricole all’accesso nella distribuzione tradizionale e organizzata, e alla partecipazione a bandi e gare d’appalto per favorire il consumo nelle mense pubbliche di latte e derivati. Facilitare lo sviluppo delle filiere corte dei prodotti lattiero caseari, mediante la vendita diretta presso i Farmer Market, distributori automatici e altro può peraltro assicurare nuovi sbocchi di mercato piu’ remunerativi per gli allevatori, mentre - conclude la Coldiretti - sul piano organizzativo occorre una ridefinizione dei ruoli e delle regole dell’attività dei consorzi di tutela dei formaggi italiani.