19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Cambiamenti climatici

CIA: Più risorse per coprire i rischi alle coltivazioni

Centrale il ruolo degli agricoltori nella sfida alla mitigazione dei cambiamenti climatici

ROMA - «Le scelte di nuove misure, di investimenti, di tecnologie a favore dell’adattamento e mitigazione devono poter essere guidate dai bisogni degli agricoltori e diversificate sulla base delle diverse condizioni ambientali e climatiche delle aree geografiche. D’altra parte, proprio gli agricoltori sono tra i principali attori del processo di adattamento ai cambiamenti climatici». E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe che, anche in qualità di presidente del Comitato Mediterraneo della Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli), è intervenuto alla Conferenza internazionale su «Climate change-Farmers’ Solution», che si è svolta a Copenaghen il 27 maggio scorso.

L’incontro è stato organizzato dalla Fipa e dal Consiglio degli agricoltori della Danimarca in preparazione della Conferenza dell’Onu che si terrà nel prossimo dicembre, sempre nella capitale danese.
Nel suo intervento, il presidente Politi si è soffermato sulle problematiche inerenti il cambiamento climatico nell’area del Mediterraneo e sulle azioni di adattamento delle attività agricole da promuovere e realizzare e sulla necessità di dedicare sempre più risorse finanziarie per coprire i rischi causati dai mutamenti climatici in atto.

«Assistiamo da tempo all’inasprimento delle condizioni climatiche dell’area del Mediterraneo, ma oggi è ormai chiaro che non si tratta di un fenomeno casuale, bensì -ha detto il presidente della Cia- di un modello climatico strutturalmente più incerto, con maggiore intensità e frequenza dei fenomeni atmosferici avversi. Nel Mediterraneo, il problema idrico è di carattere sia quantitativo che qualitativo, la cui soluzione va individuata nella disponibilità di un sufficiente quantitativo di acqua e, allo stesso tempo, nelle possibilità di pieno accesso a tale risorsa, laddove disponibile. Diffondere e modernizzare l’irrigazione dei terreni agricoli, favorire la gestione delle riserve idriche, accrescere l’efficienza d’uso dell’acqua e la riduzione degli sprechi, si traducono rapidamente in incrementi di produttività agricola, con impatto diretto sulla riduzione della povertà nelle aree rurali» .

«E’ ormai chiaro che, di fronte alla complessità dei nuovi fenomeni globali, non esista -ha concluso Politi un’unica soluzione, ma un insieme integrato di misure parziali in grado di dare risposte concrete alla strategia di adattamento e mitigazione. Ma è altrettanto chiaro che i soggetti economici pubblici e privati, compresi gli stessi agricoltori, non possono più sottrarsi alla responsabilità dell’azione».
Il presidente della Cia, nell’ambito della Conferenza di Copenaghen, ha incontrato diversi esponenti dell’agricoltura internazionale, con i quali ha avuto modo di confrontarsi sui problemi più attuali che interessano i produttori agricoli, a cominciare dalle difficoltà crescenti per la tenuta del reddito aziendale. Difficoltà determinate dalla generalizzata diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli e dal sempre più insostenibile aumento dei costi di produzione.
Con i dirigenti delle organizzazioni agricole europee, Politi ha affrontato i problemi produttivi e, soprattutto, di mercato, inerenti alcune produzioni dal latte, all’olio di oliva, alle carni e al mercato dei suini.
Il presidente della Cia è stato anche ricevuto, nella sede del Parlamento, dal ministro dell’Agricoltura, pesca e alimentazione della Danimarca, la signora Eva Kjer Hansen.