19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Crisi economica

Coldiretti: agricoltura in controtendenza, +3,5 PIL nel 2009

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea svolta in occasione della divulgazione delle stime elaborate per il Cnel

ROMA - In controtendenza rispetto all’andamento generale il valore aggiunto in agricoltura cresce del 3,5 per cento nel primo trimestre del 2009, rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea svolta in occasione della divulgazione delle stime elaborate per il Cnel dagli istituti di ricerca Cer, Prometeia, che evidenziano una generale contrazione nel Pil del 4,4 per cento nel 2009.

Il contributo positivo dell'agricoltura in un periodo di difficoltà va sostenuto - sottolinea la Coldiretti - con politiche rivolte a favorire la trasparenza sulla reale origine degli alimenti che arrivano in tavola e al superamento delle distorsioni che si verificano nel passaggio dei prodotti alimentari dal campo alla tavola. Negli scaffali dei supermercati circa i due terzi dei prodotti alimentari non contengono materia prima agricola proveniente dagli allevamenti o dai campi italiani, all'insaputa dei consumatori. Un inganno purtroppo legale che - precisa la Coldiretti riguarda due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche la metà delle mozzarelle realizzate con latte o addirittura cagliate straniere.

A preoccupare è anche l'aumento della forbice dei prezzi alimentari tra produzione e consumo che - sostiene la Coldiretti - conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. I prezzi - continua la Coldiretti - aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con piu' efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.

E' necessario - chiede la Coldiretti - rendere obbligatorio indicare in etichetta la provenienza dei prodotti alimentari in vendita ma anche separare sugli scaffali dei supermercati il vero Made in Italy dal falso. La Coldiretti è impegnata nel progetto per costruire una «filiera agricola tutta italiana» per la vendita del prodotto agricolo «cento per cento italiano» firmato dagli agricoltori, attraverso la piu' estesa rete commerciale nazionale che coinvolge duemila mercati di campagna amica e duemila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Un impegno per smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e - conclude la Coldiretti - sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi.