20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Nuova influenza

Secondo la Coldiretti 1 su 10 ha rinunciato al maiale

E’ quanto è emerso dalla consultazione on line sul sito www.coldiretti.it realizzata per verificare la reazione degli italiani all’emergenza

ROMA - Uno su dieci ha rinunciato senza ragione a portare la carne di maiale in tavola per effetto di una ingiustificata psicosi nei consumi generata dalla nuova influenza messicana. E’ quanto è emerso dalla consultazione on line sul sito www.coldiretti.it realizzata per verificare la reazione degli italiani all’emergenza. Si tratta di un dato preoccupante anche se - ha sottolineato la Coldiretti - una stragrande maggioranza del 72 per cento non ha mutato le abitudini e continua a consumare regolarmente carne di maiale e addirittura il 12 per cento ha aumentato gli acquisti domestici, cogliendo l’opportunità di gustare un ottimo prodotto a buon prezzo. A questi numeri - precisa la Coldiretti - si aggiunge un 8 per cento che per scelta, religione o gusto non mangiano carne di maiale.

OMS - A far definitivamente chiarezza su una paura ingiustificata sono stati - continua la Coldiretti - gli esperti dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) secondo i quali oltre alla carne di maiale anche il «prosciutto è del tutto sicuro e si può tranquillamente mangiare» poiché il virus della nuova influenza «non ha una vita lunga» e considerando il lungo periodo di maturazione che prodotti come il prosciutto o altri insaccati richiedono non è ipotizzabile una trasmissione del virus.

ETICHETTATURA - L'esperienza delle crisi del passato - precisa la Coldiretti - ha dimostrato comunque che la trasparenza dell'informazione e la rintracciabilità in etichetta è il miglior modo per evitare la psicosi nei consumi che mette a rischio le oltre 5mila stalle italiane che allevano quasi 13 milioni di suini (dei quali il 70 per cento destinati alle produzioni italiane a denominazione di origine) e alimentano una filiera che dà lavoro a oltre novantamila lavoratori (35mila negli allevamenti, 25mila nei macelli e nelle industrie di trasformazione e 30mila nei trasporti ed altri servizi commerciali) e sviluppa al consumo un fatturato di circa 20 miliardi. L’Italia è leader europea nei prodotti della salumeria con ben 28 riconoscimenti europei tra salami, pancette, soppressate e prosciutti a denominazione di origine che garantisce la provenienza dagli allevamenti nazionali.

Vanno quindi adottate - chiede la Coldiretti - le misure già sperimentate con successo nel caso dell’influenza aviaria a partire dall’obbligo di indicare la provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza.

CONSUMI - Con 37 chilogrammi per persona consumati ogni anno tra carne suina fresca e salumi è - conclude la Coldiretti - la preferita dagli italiani, ma rilevante è anche il flusso delle esportazioni che nel 2008 ha superato il valore di un miliardo di euro (+7,6 per cento) di cui 800 milioni di salumi ed in particolare prosciutti.