Direttiva nitrati: Coldiretti si appella all’Unione Europea
Zani: «Al momento serve una proroga del termine del 30 aprile ma occorre por mano alla direttiva per adeguarla»
MANTOVA - Mentre il termine del 30 aprile si avvicina a grandi passi, le imprese agricole sono in ansia per l’applicazione della direttiva nitrati che limita lo spandimento dei liquami a 170 chili per ettaro di azoto nelle zone vulnerabili, così definite dalla regione, praticamente buona parte della nostra provincia.
«Al momento – fa rilevare il presidente della Coldiretti virgiliana, Gianluigi Zani – è indispensabile una proroga di questa termine, anche perché la regione sta acquisendo le pratiche con notevole ritardo, ma a breve si dovrà por mano alla normativa per adeguarla ai tempi e alle nuove situazioni, dato che la direttiva è stata pensata e redatta quasi vent’anni fa».
Per questo la Coldiretti lombarda, nell’incontro che ha avuto nei giorni scorsi con il vicepresidente del parlamento europeo Mario Mauro, così come in quello avuto con l’assessore Ferrazzi, si è soffermata in particolare sui temi relativi all’ambiente ed al territorio e quindi sull’applicazione della direttiva nitrati. «Abbiamo riproposto con forza – spiega Zani – la necessità di una revisione completa di tale direttiva che oggi non corrisponde più alla realtà agrozootecnica lombarda. Ho trovato nel vicepresidente Mauro un interlocutore attento, seriamente preoccupato di mantenere alle imprese agricole condizioni di operatività che consentano di esprimere al meglio tutta la loro potenzialità, pur nella doverosa attenzione alle esigenze di carattere ambientale».
L’onorevole Mauro ha concordato sulla necessità di una revisione della normativa sui nitrati, ormai superata. «Ha inoltre sottolineato – precisa una nota di Coldiretti Lombardia – l’esigenza di un serio progetto politico comunitario che riconosca la valenza non solo economica ma anche sociale ed ambientale del settore agricolo».
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