18 aprile 2024
Aggiornato 18:30

Alimentare: ci piacerebbe sapere su quali dati si basano le previsioni di ripresa

Federconsumatori: «Le condivideremmo solo se ci fosse una riduzione dei prezzi del 20% ed una detassazione del reddito fisso»

ROMA - «Su quali dati si basano le previsioni di ripresa, a partire dal secondo trimestre 2009, dell’industria alimentare?» – si chiedono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.
Le uniche certezze che abbiamo, per ora, sono l’aumento della cassa integrazione e di coloro che hanno perso il lavoro. Tutto ciò, naturalmente procurerà, anche se nessuno lo vuole affermare, una forte riduzione del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, che, oltretutto, già pagano le ripercussioni dei costi elevati del 2008, per il settore alimentare, di oltre 560 ¤ all’anno in più.

Naturalmente, in questo settore, non vi potrà mai essere un tracollo, come invece accade negli altri settori, per via dell’importanza fondamentale che il settore stesso ha nel mantenimento e nella sopravvivenza umana. Certamente, però, le forti diminuzioni sono dovute, oltre a quanto detto a proposito del potere di acquisto, anche dal fatto che continuiamo a registrare, per quanto riguarda alcuni prodotti, aumenti dei prezzi.

Concorderemmo su tali previsioni positive, in quanto obiettivi che vorremmo che si raggiungessero, solo ed esclusivamente:
- se vi saranno forti riduzioni dei prezzi degli alimenti, come rivendichiamo, almeno del 20%, a partire da quelli della pasta, del pane e del latte, che hanno mantenuto livelli elevatissimi di costo, malgrado la caduta verticale dei costi delle materie prime e dell’energia;
- se si determinasse, come da mesi ormai richiediamo, un processo di detassazione per il reddito fisso, lavoratori e pensionati.