28 agosto 2025
Aggiornato 07:00

Telecom, Sindacati: sciopero 29 Maggio

Manifestazione nazionale a Roma

ROMA - «Il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia insieme alle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, dopo lo sciopero riuscito del 13 Marzo, prendono atto – come risulta da contatti informali avvenuti in questi giorni – della totale indisponibilità dell’azienda a mutare le scelte annunciate il 5 febbraio scorso. Per queste ragioni, contro la totale indisponibilità dell’azienda a mutare le proprie strategie su cui il dissenso del sindacato è grande, insieme a Fistel-Cisl e Uilcom-Uil abbiamo dichiarato un secondo sciopero nazionale per il giorno 29 Maggio, con manifestazione nazionale a Roma». Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL.

«L’azienda – continua Genovesi – non ha dato nel merito, infatti, nessuna sostanziale disponibilità a rivedere i propri progetti, confermando la chiusura delle 22 sedi e i trasferimenti collettivi di circa un migliaio di persone, il ricorso alla cassa integrazione nei settori di Directory Assistance, l’unilateralità delle mobilità professionali, la costante diminuzione delle commesse alle aziende ex esternalizzate, la necessità di ridurre ulteriormente gli organici. In particolare, come Sindacato, continuiamo a denunciare le negatività di un piano industriale che punta a dismettere importanti realtà del gruppo all’estero, che riduce gli investimenti industriali a partire dalla rete, che scarica sulle aziende ex-esternalizzate e sul costo del lavoro interno le incapacità del management di delineare una strategia di crescita e di sviluppo.

Una strategia che oggi - anche alla luce delle risorse aggiuntive giunte dall’aumento del canone e delle tariffe di unbundling e dal prestito a tasso agevolato della Bei (per un totale di quasi un miliardo di euro) e facilitata da una maggiore sicurezza finanziaria dopo aver collocato un nuovo prestito obbligazionario per 1,2 miliardi – dovrebbe puntare sulla riduzione degli sprechi e sull’azzeramento dei dividendi agli azionisti (come stanno facendo altre aziende) al fine di mantenere alti i livelli di investimenti e non sul taglio del costo del lavoro e dei livelli occupazionali».

«Come sindacato ribadiamo quindi che, in coerenza con l’accordo del 19 Settembre 2008, le uniche mobilità territoriali devono essere esclusivamente volontarie e che va mantenuta una presenza territoriale diffusa dell’azienda; che la directory assistance deve rimanere un presidio importante da valorizzare, garantendo in ogni caso ai lavoratori certezze salariali, occupazionali e professionali per il futuro; che il ricorso alla mobilità professionale non deve svilire le competenze e le prospettive di crescita dei lavoratori staff (con una costante opera di confronto sindacale che accompagni i lavoratori e ne tuteli dignità e futuro); che va garantito il rispetto dell’accordo del 19 settembre per cui le mobilità volontarie fino al 2010 sono quelle previste (5000) e non di più; che l’azienda si deve impegnare a dare maggiori certezze sui livelli occupazionali delle aziende esternalizzate e sul futuro di Sparkle».