Milano: vertice delle cooperative del latte
Una task force per difendere il prezzo
MILANO - Una task force per difendere il prezzo del latte. E’ questa la decisione presa ieri pomeriggio alla fine del lungo vertice fra tutte le cooperative di allevatori delle province di Milano e Lodi riunite in via Ripamonti a Milano presso la sede della Coldiretti, insieme ai rappresentanti di Confagricoltura. Al summit hanno partecipato il Consorzio Produttori Latte Milano di Peschiera, la Santangiolina di San Colombano al Lambro, la Melzese di Melzo, l’Abbiatense di Abbiategrasso, la San Rocco di Magenta, il Consorzio Produttori di Codogno, la Coop Laudense di Lodi.
L’incontro è servito a fare il punto della situazione sul prezzo del latte riconosciuto alle stalle che sta scendendo ai livelli di 25 anni fa, rasentando i 30 centesimi al litro (contro l’euro e mezzo pagato al dettaglio dai consumatori) che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione. «E’ un cappio che gli industriali stanno stringendo al collo degli allevatori e rischia di soffocare un settore che in Lombardia, dove si produce il 40 per cento del latte italiano, conta circa 7.700 imprese e oltre 20 mila addetti» spiega Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano e Lodi.
La situazione ha iniziato a precipitare dallo scorso gennaio e, tranne qualche eccezione positiva (l’accordo che Galbani ha voluto siglare con i produttori garantendo 34 centesimi al litro fino a tutto giugno, ndr.), non sono stati registrati segnali di apertura da parte delle industrie. Anzi, gli ultimi due incontri in Regione, alla presenza dell’assessore Luca Ferrazzi, non hanno portato ad alcun risultato visto che le aziende di trasformazione hanno affermato di non aver nulla da dire agli allevatori.
Intanto però nelle stalle continuano ad arrivare lettere da parte delle industrie dove si comunica che o si firma per un prezzo sotto i 30 centesimi al litro o il prodotto non verrà più ritirato. Un ricatto mortale sia che vengano accettate le condizioni capestro (che porterebbero alla morte per asfissia delle aziende) sia che vengano rifiutate (perché l’allevatore dovrebbe trovare in tempi molto stretti un altro acquirente).
«Così non si può andare avanti» hanno commentato ieri le cooperative che hanno deciso di pianificare, già nelle prossime ore, le modalità operative per coordinare al meglio una progressiva concentrazione dell’offerta di prodotto e l’apertura di nuovi canali di distribuzione.