4 maggio 2024
Aggiornato 11:30

Prezzi: crollano alla produzione cereali (-43%), vino e olio (-24%)

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento dalla divulgazione dei dati Istat sui prezzi alla produzione industriali

Nelle campagne italiane si è verificato un crollo dei prezzi alla produzione per i cereali che si sono ridotti del 43 per cento ma anche per vino e olio scesi entrambi del 24 per cento. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento dalla divulgazione dei dati Istat sui prezzi alla produzione industriali nel mese di febbraio che fa segnare un preoccupante calo del’10,9 per cento nei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli.

Nelle campagne il segno negativo per le quotazioni si registra sia per le produzioni vegetali (-16,3) che per quelle derivate dall’allevamento (-3,3 per cento) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea a febbraio. Il record della riduzione si è verificato - sottolinea la Coldiretti - per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 43 per cento rispetto allo scorso anno che tuttavia non si è trasferito al consumo dove la pasta è aumentata del 16,5 per cento e il pane del 2,3 per cento.

Una forte calo alla produzione - continua la Coldiretti - si è registrato anche per le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno fatto segnare in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 24,3 per cento e del 24,2 per cento. A differenza di quanto si verifica al consumo - precisa la Coldiretti - tutti i prodotti derivati dall’allevamento accusano una flessione dei prezzi alla produzione a partire dal latte e derivati (- 9,8 per cento), ad eccezione del pollame (+2,3 per cento).

L’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo - sostiene la Coldiretti - conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che danneggiano imprese agricole e consumatori. L'andamento tendenziale dei prezzi degli alimentari è stato quasi tre volte il valore medio dell'inflazione a marzo ed è il risultato di inefficienze e speculazioni che sono costate alle tasche degli italiani 300 milioni di euro in un solo mese.

Gli italiani hanno speso 205 miliardi in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario - afferma la Coldiretti - interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica. L’obiettivo è quello di ridurre la forbice dei prezzi tra produzione e consumo per recuperare valore per le imprese e per i cittadini.

Qui non c'entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina che - sostiene la Coldiretti - dobbiamo fermare con il nostro progetto per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori. I prezzi - conclude la Coldiretti - aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.