28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Italia Nostra / piano casa

Contro beni culturali e paesaggio nessuna vera e stabile ripresa economica

Al Governo spetta la potestà di emanare un Decreto solo sulla Tutela del Paesaggio

ROMA - Giunge opportuno, anzi definitivo, il solenne monito del Presidente della Repubblica: di fronte alla prospettata esigenza di ripresa economica, e pure in situazione di grave crisi, non può essere in alcun modo attenuato il rigore della tutela di patrimonio culturale e paesaggio, valori assoluti che l’articolo 9 della Costituzione vuole prevalenti su ogni altro interesse, anche di rilevanza pubblica.

Giudizio positivo di Italia Nostra, quindi, sulla previsione che l’accordo Governo/Regioni escluda - dai centri storici e dalle aree di inedificabilità assoluta - i previsti interventi di incremento quantitativo nell’edilizia residenziale.

«Il monito del Presidente della Repubblica non può dirsi con ciò in tutto adempiuto.» – dichiara Italia Nostra –«L’accordo rimette infatti alle Regioni la mera facoltà, non l’obbligo, di escludere o limitare per legge gli stessi interventi nelle aree di pregio ambientale e paesaggistico e con particolare riferimento ai beni culturali.»

Infine il Governo si è riservato di approvare un decreto legge «con l’obbiettivo precipuo di semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello Stato»: e allora non può trattarsi che della materia di tutela del paesaggio per la quale appunto lo Stato (a differenza di urbanistica ed edilizia, materie di legislazione concorrente) ha potestà esclusiva. E’ ben noto che Regioni ed enti locali delegati mal tollerano la partecipazione delle Soprintendenze ai procedimenti di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche (la valutazione di compatibilità delle trasformazioni ambientali) e specie con pareri vincolanti, secondo la vigente previsione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Ma del paesaggio, valore della Nazione, Regioni e Comuni non hanno la disponibilità esclusiva e contro il precetto dell’articolo 9 della Costituzione si porrebbe ogni misura diretta ad escludere o subordinare la valutazione delle istituzioni statali di tutela (le soprintendenze).