28 agosto 2025
Aggiornato 12:00

Doping per le bufale: 19 arresti nel casertano

La LAV: finalmente contestato anche il reato di maltrattamento di animali

«Gli interessi criminali nel circuito degli allevamenti di bufale, sul quale si impernia un sistema economico di rilevante valore, sono noti da anni. Si tratta di un fenomeno che vede l’interesse anche di clan camorristici che tentano il controllo di tutta la filiera, dall’approvvigionamento dei foraggi alla produzione del latte, dall’attività casearia alla distribuzione ed esportazione del prodotto finito, all’imposizione di vendita per punti vendita e ristoranti.».

Questo il commento di Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, alla notizia dell’arresto nel Casertano di 19 persone per l’uso di sostanze dopanti negli allevamenti bufalini.

Anabolizzanti, specialità medicinali illecitamente importate, connivenze con apparati della pubblica amministrazione, allevamenti abusivi, animali malati, falsificazione delle analisi, sono lo scenario che emerge da alcune inchieste degli ultimi anni che hanno investito il mondo degli allevamenti bufalini e il ciclo della produzione della mozzarella di bufala, come l’operazione «Mozzarella dop» o la «Mozzarella Connection», che hanno smascherato connivenze tra allevatori in malafede, esponenti di clan e funzionari pubblici a danno della salute dei cittadini e degli animali.

«Agli indagati è stato contestato anche il reato di maltrattamento di animali, poiché la sostanza inoculata procura danni alla loro salute», continua Troiano.

Questa volta, infatti, a seguito di indagini per frodi alimentari, è stata presa in considerazione anche la tutela penale delle bufale, che risultano le prime vittime di queste sofisticazioni: «ci auguriamo che le attività investigative proseguano e che venga debellato l’intreccio criminale tra gli allevatori in malafede, i veterinari pubblici collusi e i professionisti delle frodi alimentari», conclude Troiano.