23 aprile 2024
Aggiornato 19:00

Borse: forte rally listini azioni globali, è effetto G20

E dagli Stati Uniti arrivano buone notizie per le banche

L'esito positivo della riunione del G20 di Londra scatena l'entusiasmo su tutti i listini azionari globali, che mettono a segno un forte rally, brindando alle iniziative lanciate dai grandi del pianeta. L'ottimismo è palpabile, ed è accompagnato anche dalla sensazione, avvertita già sui mercati asiatici e dunque prima della conclusione dei lavori del G20, che forse il peggio per l'economia stia finalmente per passare. Una sensazione avallata dall'impegno dei vari governi ad agire, per continuare a lottare contro la recessione che ha messo in ginocchio i fondamentali della congiuntura globale.

Tokyo chiude così guadagnando più del 4 per cento. Idem il Mibtel, che balza del 4,35% e l'S&P/Mib che fa +4,76 per cento. Molto bene anche le altre piazze europee: Francoforte sale più del 6%, Parigi incamera più del 5% così come anche Amsterdam, e Londra avanza più del 4,5 per cento. E brinda nel finale anche Wall Street, con il Dow Jones che cresce i 216,48 punti (+2,79), a quota 7.978,08, il Nasdaq che guadagna 51,03 punti (+3,29%), a 1.602,63, e lo S&P 500 che conclude la seduta con un rialzo di 23,30 punti (+2,87%), a 834,38. Aumenti poderosi, insomma, alimentati soprattutto dalla decisione dei leader riuniti a Londra di immettere fino a 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale; e rialzi che portano Piazza Affari a registrare anche la migliore seduta del 2009 per controvalore e la seconda per numero di contratti.

A dare la spinta sono anche le dichiarazioni dei leader del G20, con il cancelliere tedesco Angela Merkel che parla di un risultato della riunione «molto, molto buono», puntando l'accento su «un compromesso quasi storico»; il presidente francese Nicholas Sarkozy che dichiara che l'esito è andato «aldilà di quello che potevamo immaginare», e il premier britannico Gordon Brown che ribadisce che «i più grandi paesi del mondo si sono messi d'accordo su un piano globale per la ripresa e la riforma dell'economia». Un vertice insomma «molto produttivo», tanto per usare le parole proferite dal presidente americano Barack Obama.

I leader del G20 hanno deciso anche di destinare 1.100 miliardi di dollari in prestiti e garanzie per i paesi in difficoltà, di agire in modo deciso contro i paradisi fiscali e gli hedge fund, e di creare un organismo di supervisione per gestire i problemi del sistema finanziario globale.

Le novità sono apprezzate ovunque. D'altronde, in un periodo di crisi epocale, la cosa di cui hanno più bisogno gli investitori è essere rassicurati sull'impegno dei governi a formare un fronte comune per tornare a garantire la crescita dell'economia.

A far volare poi soprattutto i titoli finanziari a Wall Street -un rialzo che però si sgonfia con il passare della sessione- è una notizia che interessa le banche. Il Financial Accounting Standard Board, la commissione degli Stati Uniti responsabile delle regole di contabilità nel paese, ha votato per dare ai vertici dei colossi bancari maggiore libertà nel riportare il valore dei titoli legati ai mutui; una decisione che, secondo il New York Times, consentirà alle banche di iscrivere a bilancio profitti anche più alti. Gli analisti intervistati dall'agenzia di stampa Bloomberg affermano poi come la misura potrebbe tradursi in un rialzo degli utili netti delle banche di un valore pari o superiore al 20 per cento. E in generale secondo gli esperti le nuove linee guida avranno l'effetto di ridurre le svalutazioni su alcuni investimenti effettuati dalle banche.

L'entusiasmo per la decisione della commissione porta così i titoli finanziari quotati sullo S&P 500 a guadagnare il 3,4 per cento. Un forte rialzo, che va ad accumularsi a quello delle sessioni precedenti; a oggi i titoli finanziari si attestano così a un valore superiore di ben il 54% rispetto al valore dello scorso 6 marzo. Un trend che si riflette anche nei «grandi indici». Da segnalare infatti che lo S&P 500 è balzato di ben il 24% dai minimi degli ultimi 12 mesi segnato lo scorso 9 marzo e il Dow Jones nello stesso periodo di tempo è salito del 19 per cento.

A Wall Street in particolare, la buona performance sembra dunque proseguire a dispetto delle notizie poco confortanti che arrivano dal fronte economico. Oggi, in particolare, il dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha reso noto che le richieste iniziali per i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono balzate la scorsa settimana a 699.000 unità, ovvero al massimo dal 1982. Allo stesso tempo però, iniziano a essere comunicati finalmente negli Usa anche dati confortanti. Sempre oggi è arrivata infatti la notizia del forte rialzo segnato a febbraio dagli ordinativi alle fabbriche.

Certo, la cautela è sempre d'obbligo, anche perché, come dice Richard Hughes, co-direttore generale di Portaolio Management Consultants, «è prematuro pensare di aver superato le sfide». Detto questo, «è ugualmente importante riconoscere che il tasso di declino nei dati economici è rallentato negli ultimi 30-60 giorni». E se a questo si aggiunge l'accordo raggiunto dai leader del G20 ad agire per continuare a migliorare l'economia, si spiegano i motivi che hanno portato i listini azionari globali a segnare una nuova performance al rialzo.