20 aprile 2024
Aggiornato 02:00

Il potentino ha grandi potenzialità turistiche… ma non lo sa

Lo rivela un’indagine Isnart commissionata dalla Cciaa di Potenza

POTENZA - Gli 830.000 turisti che soggiornano in provincia di Potenza portano introiti per 83,6 milioni di euro, di cui appena 9,7 dovuti al turismo internazionale e ben 19,3 al segmento che fruisce del territorio in alloggi privati. Chi sceglie il potentino è un turista abituale (4 su 10 hanno già visitato il territorio) e cerca prevalentemente natura e relax, ma quando è in loco fruisce appieno di offerte che vanno da quelle sportive a quelle culturali (mostre, musei, eventi) e dell’identità locale (come l’enogastronomia e l’artigianato). Dunque, la provincia di Potenza si caratterizza come un territorio che offre molto più di quanto nutra l’immaginario dei turisti e risponde abbastanza bene in termini di soddisfazione della domanda. Con un parametro da uno a dieci, il giudizio medio è pari a 7,8, con punte di 8,3 per il buon mangiare e bere e 8,1 per l’ospitalità della gente, sebbene ci sia ancora da migliorare relativamente all’organizzazione del territorio, al traffico e all’intrattenimento. Tra i bacini di provenienza italiani, si rileva il popolo dei grandi viaggiatori lombardi, campani e laziali, mentre sul fronte estero i flussi più significativi provengono da Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Sono i dati contenuti in un’indagine che la Camera di Commercio di Potenza ha commissionato all’Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche), dal titolo «La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo», edita dall’Osservatorio Turistico della provincia di Potenza. Un Rapporto realizzato a mezzo questionario direttamente somministrato a oltre 500 turisti presenti nella provincia di Potenza (suddivisi tra italiani e stranieri), intervistati presso i punti di maggiore interesse turistico delle singole località e in diversi periodi nel corso dell’anno 2008.

«Il nostro territorio coglie una certa quota di un turismo che più in generale sceglie l’Italia, senza però aver trovato una reale connotazione ed un posizionamento competitivo che, invece, le molte occasioni di attività svolte dai turisti sul territorio attestano come veri e propri asset per una destinazione turistica di successo – spiega il presidente della Cciaa di Potenza, Pasquale Lamorte -. Ciò può e deve farci riflettere in merito alle strategie da attuare per implementare i flussi da un punto di vista quantitativo e qualitativo».

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
L’identikit del turista e i dati analitici

Il profilo del turista caratterizza un turismo al maschile in particolare tra gli stranieri (64,4%), ed è più generalmente giovane, in un quarto dei casi entro i 30 anni e appena per il 22,6% sopra i 50 anni. Ciò fa si che il 32% dei turisti sia laureato e 7 volte su 10 occupato. Lo stato professionale identifica una prevalenza di operai altamente qualificati, professionisti o tecnici ma anche piccoli imprenditori.

La ragione di scelta del soggiorno in provincia identifica una certa stratificazione tra i segmenti di domanda. Infatti, se tra le più diffuse motivazioni prevalgono la natura (40,7%), il relax (30,5%) e l’ospitalità di amici e parenti (22,9%), si intravedono al contempo target di domanda molto settoriali: per la pratica di sport (11,4%), soprattutto passeggiate ma anche trekking, nuoto e ciclismo; per la convenienza dei prezzi (10,3%), i divertimenti (9,5%), gli interessi enogastronomici (8,9%) e la ricchezza del patrimonio artistico (8,7%).

Ad influenzare queste scelte, in primis il passaparola (44,5% dei turisti) e l’esperienza personale (27,6%). Tra i canali di comunicazione, Internet si posiziona in testa sia per le informazioni on-line (16%) che per le proposte acquistabili sul Web (5,3%). Il consiglio delle agenzie di viaggio influenza solo il 5,2% dei turisti (8% degli stranieri) ed i cataloghi dei tour operator appena il 2%. 9 turisti su 10 si organizzano in proprio.

La destinazione del soggiorno è la campagna (56,5%) o in alternativa il mare (29,9%) mentre pochi scelgono la città (13,6%). Più diffuse le scelte del balneare tra i turisti stranieri (pari a quelle del turismo verde). E’ un soggiorno svolto in coppia (46,7%), sia per i turisti italiani che stranieri, o in famiglia con bambini (16,7%) o con amici (14,6%). E’ anche per questa tipologia di gruppo che la destinazione viene raggiunta nel 72,5% dei casi in automobile, sebbene gli stranieri nel 22% dei casi si siano mossi in aereo.

Per un soggiorno che dura in media 10 notti

-       gli italiani hanno alloggiato nel 26,3% dei casi in albergo, ma il 42,4% ha trascorso il soggiorno in abitazioni private tra cui case di proprietà (26,4%), in affitto (8,1%) o ospite da amici e parenti (7,9%); segue, tra l’extralberghiero, l’agriturismo (12,1%) ed il B&B (11,5%).

-       Anche per gli stranieri, sebbene il 30,5% abbia soggiornato in hotel, la modalità prevalente di alloggio sono le abitazioni private tra cui case di proprietà (23,5%), in affitto (10,7%) o ospite da amici e parenti (7,1%); tra le modalità extralberghiere l’agriturismo (11,5%) e il B&B (11,1%).

Tra le attività svolte, quella sportiva assume durante il soggiorno una rilevanza notevole, riguardando ben il 59,1% dei turisti che praticano passeggiate, nuoto, trekking e ciclismo. Segue la pratica di escursioni (54,8%), la degustazione dei prodotti locali (24,8%), lo shopping (21,5%) e l’acquisto di produzioni artigianali (18,3%). La pratica di attività da parte dei turisti non si limita solo alla partecipazione alle manifestazioni dell’identità locale ma arriva anche alla fruizione culturale: il 16,5% di spettacoli musicali, il 15,5% di monumenti e siti archeologici, il 12,9% di eventi enogastronomici, l’11,8% di eventi folkloristici, il 9,6% di musei e mostre e il 5,8% di spettacoli teatrali e cinematografici.

La provincia sembra allora offrire una discreta animazione territoriale che valorizza il tempo libero dei turisti ancor più di quanto sa comunicare.

Il dettaglio delle spese sostenute evidenzia come quelli più diffusi i consumi in ristoranti e pizzerie (78,4% dei turisti) per una media di 23 euro e nei bar e caffè (72,6%) per una media di 9 euro. Il 50,8% spende nell’acquisto di cibi e bevande nei supermercati in media 9 euro al giorno, il 36% in souvenir circa 10 euro ed il 34% altrettanto in prodotti enogastronomici tipici.

Il 30% spende quasi 20 euro per acquisti di abbigliamento ed il 25% oltre 21 euro in attività ricreative

Una quota consistente dei consumi turistici si riversa nelle imprese del cosiddetto ramo H (alberghi e pubblici esercizi), ma quasi 11 milioni di euro sono spesi nelle imprese connesse alle attività ricreative e culturali, 7,5 milioni all’abbigliamento e calzature e quasi 7,5 milioni alle altre industrie manifatturiere. A ciò si aggiungono 6,7 milioni indotti all’agroalimentare, 3 milioni all’editoria e 1,1 milioni ai trasporti.