25 aprile 2024
Aggiornato 16:30

G20: Cgil domani a Londra a manifestazione «put people first!»

Una mobilitazione che raccoglie circa 150 sigle divers per chiedere una spartizione equa della ricchezza e lavoro

ROMA - La Cgil parteciperà con una delegazione in cui saranno presenti i lavoratori di tutti i settori produttivi alla manifestazione che si terrà domani a Londra alla vigilia del vertice finanziario del G20. Una mobilitazione organizzata dall'associazione ‘Put People First!’, che raccoglie circa 150 sigle diverse, tra sindacati, militanti pacifisti e ambientalisti, per chiedere una ‘spartizione equa della ricchezza, un lavoro per tutti e un’atmosfera meno inquinata’.

«Saremo a Londra per lanciare un messaggio chiaro al summit dei 20 paesi più industrializzati della necessità di operare dei cambiamenti fondamentali per rispondere alle vittime della recessione economica in atto», spiega la segretaria confederale della Cgil, Nicoletta Rocchi, la quale aggiunge: «La manifestazione di Londra si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dai sindacati mondiali per rimarcare l’attenzione sulla necessità di attuare politiche coordinate che siano adeguate alla necessità di tirarci fuori da questa crisi e che, allo stesso tempo, trovino soluzioni perché non si ripetano più».

L’impegno dei sindacati mondiali, e della Ces in particolare, non si limita alla manifestazione in programma domani a Londra: «Durante il mese di maggio, tra il 14 e il 16, si svolgeranno iniziative della Confederazione europea di sindacati in quattro città: Praga, Berlino, Bruxelles e Madrid», fa sapere la segretaria confederale Cgil. L’impegno dei sindacati europei emerge, infatti, dalle piattaforme e dai documenti elaborati dalla Ces in vista del G8 di domani a Roma e della riunione del G20 di Londra. «Da questi - osserva la dirigente sindacale - si evince l’esigenza di adottare misure anticicliche per superare la crisi che sostengano la domanda interna e rilancino la politica degli investimenti, così come - conclude Rocchi - sottolineano la necessità di un coordinamento delle politiche contro le misure protezionistiche e nazionalistiche e di una regolamentazione dei mercati finanziari».