3 ottobre 2025
Aggiornato 00:30

Cgil: 5 appelli per sostenere manifestazione 4 aprile a Roma

Cultura, Università, associazioni, istituzioni locali e politica

ROMA - La Cgil il 4 aprile sarà in piazza a Roma per la grande manifestazione nazionale «Futuro Sì Indietro No». Una mobilitazione proclamata dall’organizzazione contro l’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale, siglata lo scorso 22 gennaio a Palazzo Chigi e non sottoscritto dalla Cgil, e per promuovere la piattaforma del sindacato per affrontare la crisi economica. Una giornata per denunciare l’immobilismo del governo nel fronteggiare la crisi e il contestuale attacco ai diritti e alle libertà dei lavoratori, dei cittadini.

Per sostenere la manifestazione il mondo della cultura, dello spettacolo e dell’informazione, quello dell’Università e della Ricerca, i movimenti e le associazioni, le istituzioni locali e la politica tutta, hanno promosso cinque separati appelli di adesione alla manifestazione della Cgil. Sul portale www.cgil.it, nella sezione dedicata alla manifestazione del 4 aprile, sono visibili i primi appelli. Riportiamo oggi il testo dell’appello di donne e uomini della cultura, dello spettacolo e dell’informazione e le prime firme di adesione, aggiornato ad oggi.

L’appello di donne e uomini della cultura, dello spettacolo e dell’informazione alla partecipazione alla manifestazione nazionale della CGIL del 4 aprile al Circo Massimo a Roma

Noi donne e uomini della cultura, dello spettacolo e dell’informazione ci rivolgiamo alle lavoratrici e ai lavoratori, ai pensionati, a tutti i cittadini per invitarli a partecipare alla manifestazione nazionale della Cgil del 4 aprile al Circo Massimo a Roma. Pur provenendo da esperienze diverse, riteniamo che vada affermato il valore della Costituzione e dello stato di diritto in particolar modo quando si parla di lavoro, delle condizioni di vita della gente, ma anche di cultura, spettacolo e informazione. Gli effetti della crisi colpiscono l’intero sistema produttivo e dei servizi, compresi i settori nei quali operiamo, che rappresentano una ricchezza per il paese e per la democrazia, un bene collettivo per la crescita della conoscenza e della coscienza critica dei lavoratori e dei cittadini in generale. Riteniamo che siano quindi inaccettabili i tagli e le misure autoritarie che hanno colpito l’intero mondo della cultura, dell’istruzione, dello spettacolo, dell’informazione, il patrimonio archeologico, ambientale e museale. Misure che, oltre a determinare una forte caduta dell’occupazione, stanno mettendo a rischio di dispersione parti importanti del nostro patrimonio artistico, culturale e della nostra storia.

Condividiamo la priorità assoluta che deve avere la difesa del lavoro e dell’occupazione.
Siamo d’accordo con le proposte della Cgil per il sostegno di tutti i redditi, specie di coloro che perdono il posto di lavoro o hanno condizioni di lavoro occasionali, per misure fiscali che ridistribuiscano le risorse a vantaggio dei più deboli e per investimenti capaci di produrre una ripresa dell’economia e dell’occupazione in tutti i settori. E’ indispensabile, quindi, una inversione di rotta e che si riprenda ad investire in cultura, conoscenza, innovazione.
Siamo in disaccordo con le decisioni del governo, al di là delle belle parole, di non destinare misure adeguate per gli ammortizzatori sociali, per il sostegno dei salari e delle pensioni, per la ripresa dello sviluppo. Non condividiamo inoltre le iniziative del governo e delle imprese che colpiscono i diritti del mondo del lavoro, dividono la sua rappresentanza, a cominciare dall’accordo separato del 22 gennaio sul modello contrattuale, e puntano a sottrarre al giudizio delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati, provvedimenti che li riguardano direttamente. L’espressione della volontà rappresenta infatti un forte strumento di democrazia sindacale, tutto dentro la storia e la prassi del sindacato italiano.
Particolarmente critico si profila il futuro per il settore artistico e creativo, dove per attori, musicisti, tersicorei, autori e scrittori, è pressoché impossibile accedere a forme di sostegno al reddito e al lavoro intellettuale e artistico. Alle conseguenze della crisi economica, che ha minato l’accesso al credito per il finanziamento dei beni immateriali, il governo ha sommato i tagli al Fus, all’istruzione e all’editoria, e costretto gli Enti Locali, privati delle risorse correnti, a drastici tagli della produzione culturale.
Riteniamo inoltre che vada difeso il diritto ad una informazione corretta, completa e pluralista, realmente indipendente dal potere politico ed economico. Di fronte a tentativi sempre più evidenti di manipolare la realtà per renderla funzionale agli interessi dei potenti, occorre rivendicare con forza il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione, e cioè la libertà di espressione e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.
Per queste ragioni parteciperemo alla manifestazione nazionale della CGIL il 4 aprile a Roma.