3 imprenditori su 5 mettono mano al portafoglio per sostenere la propria impresa
E tirano la cinghia: più dell’85% degli imprenditori lombardi è pronto a fare rinunce tagliando sui propri acquisti e tempo libero
MONZA - Con la crisi le famiglie lombarde hanno ridotto il budget mensile destinato al tempo libero e all’acquisto di beni superflui, per una cifra complessiva stimata di oltre 520 milioni di Euro al mese. E la crisi cambia anche le abitudini degli imprenditori lombardi. Oggi più dell’85% è pronto a fare rinunce tagliando su acquisti e tempo libero, ma circa il 60% è disposto a mettere mano al patrimonio personale per sostenere la propria impresa.
In tempo di crisi gli imprenditori in Lombardia rinunciano soprattutto ad acquistare beni superflui (63,8%), meno ai piaceri del tempo libero: riducono i viaggi (10,4%) e rimandano pranzi e cene al ristorante (9,3%). In pochi sono disposti a rinunciare ai momenti di evasione: solo il 2,3% ha ridotto, infatti, le uscite a teatro e ha smesso di seguire spettacoli, mostre e concerti. È quanto emerge dall’indagine «Crisi e impresa», realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 1100 imprese lombarde.
Gli imprenditori lombardi e la crisi Quasi il 60% degli imprenditori lombardi intervistati ha fatto ricorso al proprio patrimonio per sostenere l’impresa, in particolar modo ciò avviene a Bergamo (67,3%), Monza e Brianza (64,4%) Pavia (64,4%) e Como (63,3%). In periodo di crisi gli imprenditori tirano la cinghia sul loro tempo libero, rinunciano soprattutto ad acquistare beni superflui (63,8%), riducono i viaggi (10,4%) e rimandano pranzi e cene al ristorante (9,3%). In particolare, fra i lombardi, ad aver ridimensionato nel complesso il budget destinato agli «extra» sono i pavesi (93,3%), seguiti dai varesini (89,4%) e bresciani (88,6%). Ad essere stato ridimensionato è stato soprattutto l’acquisto dei beni superflui, in particolare fanno più rinunce gli imprenditori di Como (70,4%), Brescia (69,6%), Bergamo (68,2%).
Rispetto ai beni, si rinuncia meno ai piaceri del tempo libero: il 22% degli imprenditori lombardi ha ridotto viaggi, cene e pranzi fuori casa e uscite. Brianzoli e pavesi sono quelli che rinunciano di più ai «peccati di gola» (13,3% ) seguono i comaschi (10,2%) e i milanesi (9,6%). Si viaggia anche meno: in Lombardia il 10,4% degli imprenditori dichiara di aver ridotto i viaggi, ancor più i pavesi (15,6%), i varesini (14,9%) e i milanesi (11,5%). In pochi sono disposti a rinunciare ai momenti di evasione: solo il 2,3% degli imprenditori lombardi ha ridotto, infatti, le uscite a teatro e ha smesso di seguire spettacoli, mostre e concerti.
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