Crisi, CIA: a tutti i settori si danno risposte, all’agricoltura nulla
E le imprese sono sempre più in affanno e senza risorse
«Quello che sta succedendo in queste ore alla Camera, nella discussione sul decreto sulle quote latte, conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla gestione dell’agricoltura da parte del governo. Non si riesce a comprendere il comportamento del ministro Luca Zaia richiamato anche dagli stessi parlamentari della maggioranza a farsi sentire con più decisione dal collega dell’Economia Giulio Tremonti.
Su temi fondamentali come il Fondo nazionale di solidarietà, strumento indispensabile per gli agricoltori, deve esserci più fermezza e bisogna far sentire con più autorevolezza la ‘voce’ degli produttori, che stanno vivendo una stagione di grandissima difficoltà». E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi fortemente allarmato per i «tagli» che rischiano di mettere fuori mercato tante imprese.
«Non a caso, ci siamo rivolti direttamente al premier Silvio Berlusconi -afferma Politi- perché intervenga al più presto nella vicenda agricola del nostro Paese. Gli altri settori produttivi hanno ottenuto misure importanti, vedi le piccole e medie imprese industriali, artigiani e commerciali. Per l’agricoltura, purtroppo, continua ad esserci scarsa attenzione e i pochi provvedimenti varati sono totalmente insufficienti a dare risposte adeguate agli imprenditori».
«Non è certo quello speravamo. Ci troviamo davanti -aggiunge il presidente della Cia- a tante promesse e pochi fatti concreti. Tutti i comparti dell’agricoltura sono in grande affanno, sempre più schiacciati dai costi e da una drastica riduzione delle risorse. Al presidente del Consiglio chiediamo, quindi, un segnale anche nei confronti di migliaia di imprese agricole che, senza interventi concreti e mirati, rischiano di chiudere i battenti, con le relative gravi conseguenze sotto il profilo economico, occupazione e sociale. Allo stesso modo sollecitiamo il ministro Zaia ad un maggiore impegno per far sì che le indispensabili richieste del settore vengano finalmente soddisfatte».
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