29 marzo 2024
Aggiornato 12:30

8 punti per il G8 agricolo

Le proposte di Confagricoltura per la globalizzazione dei mercati

ROMA - Tra un mese si terrà a Cison di Valmarino (TV) il «G8 Agricolo», il summit per valutare le dinamiche agroalimentari nel mondo e le scelte che devono fare i Grandi Paesi per affrontare la crisi internazionale. Questo importante appuntamento è stato al centro della conferenza stampa a Roma, a Palazzo Della Valle, del presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni.

A livello mondiale - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - si sono sempre scontrate due visioni opposte e, apparentemente, inconciliabili: una su un’agricoltura tutta incentrata sulla sovranità alimentare ed attenta alle produzioni locali, tendenzialmente più protezionista -; un’altra invece che punta alla estensione su larga scala delle produzioni e ad una gestione ultra liberista dei mercati. Questa contrapposizione, apparentemente inconciliabile, ha portato ad uno stato di impasse che va superato.

Tra gli opposti esiste compatibilità. Passando attraverso una strategia che Confagricoltura affida ai grandi del pianeta che si incontreranno di qui a poco in Italia.

Una strategia in otto punti che Federico Vecchioni ha così sintetizzato:
• L’Agricoltura – ha detto il presidente Vecchioni - deve tornare ad essere strategica nelle scelte di politica internazionale. Troppo spesso ci si è comportati confidando nella sicurezza alimentare (food security) come un dato; un traguardo ormai raggiunto e non più in discussione. La crisi alimentare del 2007/2008 ha smentito tutto ciò.
• Ci si deve porre come obiettivo - ha sottolineato Federico Vecchioni - quello di una gestione attiva dei mercati, che non vanno abbandonati a loro stessi, al fine di garantire auto approvvigionamento per tutti.
• Alla gestione dei mercati va accompagnata un’azione diretta a promuovere un ampliamento della base produttiva in termini di materie prime agricole.
• L’ampliamento produttivo ha bisogno di elementi di innovazione. Occorre puntare su ricerca, scienza e tecnologia nei processi e nei prodotti.
• Il dibattito deve essere esteso ai nuovi protagonisti del mercato agroalimentare mondiale. I lavori del G8 agricolo dovrebbero essere quindi estesi in via permanente ai nuovi player, scegliendo un assetto «a geometria variabile». Coinvolgendo, come bene ha già fatto il ministro Zaia, le economie e le agricolture emergenti.
• Occorre rigettare ogni tentazione protezionista optando invece per una liberalizzazione dei mercati che sia però graduale.
• E’ fondamentale, che tale processo a livello internazionale, assicuri anche una reciprocità di regole e comportamenti.
• Va garantito, in tempi di «credit crunch» alle imprese un elemento chiave: un sufficiente accesso al credito per gli investimenti, il rilancio delle produzioni e l’internazionalizzazione sui vari mercati.

«Occorre che il summit degli 8 Grandi - ha detto il presidente di Confagricoltura - punti alla concretizzazione di una strategia che porti ad una partnership agricola mondiale che a sua volta contribuisca alla crescita economica ed allo sviluppo del pianeta. Come solo l’agricoltura può e sa fare».