18 settembre 2024
Aggiornato 00:00

Crisi, Opec critica paesi avanzati: basta parole, devono agire

El-Badri: «Nessuna azione positiva su crisi che loro hanno creato»

VIENNA - Il segretario generale dell'Opec, il cartello degli esportatori di petrolio critica i paesi avanzati: «invece di parlare devono agire» per risolvere una crisi che hanno essi stessi provocato. E «non abbiamo visto alcuna azione positiva da parte dei paesi che hanno creato questi problemi», ha affermato Abdallah el-Badri, incontrando la stampa all'indomani dell'ultima riunione dell'organizzazione degli esportatori di petrolio a Vienna.

Ieri l'Opec ha deciso di mantenere l'offerta di oro nero sui livelli attuali, senza procedere a una nuova restrizione come precedentemente suggerito da diversi esponenti dei paesi aderenti. Decisione che oggi inizialmente aveva innescato cali dei prezzi del barile, che successivamente sono stati invertiti anche sulla scia dei continui rialzi dei mercati azionari. Negli scambi di metà seduta sulla Borsa merci di New York, il Nymex, i futures sul greggio in prima scadenza aumentano di 1,05 dollari rispetto al fixing di venerdì, con il barile di West Texas Intermediate a 47,30 dollari.

«Si sente parlare di numerosi programmi di rilancio, di numerosi piani di salvataggio per le banche ma non abbiamo visto alcun segno positivo», ha proseguito oggi el-Badri. I responsabili dei paesi avanzati devono «agire invece di parlare», laddove l'Opec «ha già fatto la sua parte» per contrastare «un disordine di cui non è responsabile». Secondo el-Badri il crollo dei prezzi petroliferi ha garantito l'equivalente di molti miliardi di dollari a favore dell'economia mondiale. «Una parte di questi miliardi viene dai paesi dell'Opec e i nostri paesi non sono ricchi - ha detto - alcuni sono molto poveri e sono veramente colpiti da tutto questo».

A metà luglio 2008, al culmine dell'ultimo rally rialzista dei prezzi, il barile aveva oltrepassato i 147 dollari sul Nymex. Successivamente, in reazione al crollo della quotazioni, da settembre in poi l'Opec ha complessivamente tagliato la sua offerta per 4,2 milioni di barili al giorno. Il cartello controlla circa il 40 per cento della produzione mondiale di oro nero e secondo quanto spiegato ieri dallo stesso el-Badri, il livello effettivo dell'offerta attuale resta di 800.000 barili più elevato rispetto a quello che andrebbe erogato sulla base dei tagli decisi. «Un rispetto delle quote all'80 per cento è molto positivo - ha aggiunto oggi - ma dobbiamo essere più rigorosi. Ci sono ancora 800.000 barili da ritirare dal mercato».