Pasqua, vacanze: per Adoc il 76% degli italiani rimarrà a casa
Calano i viaggi in Italia (-3%) nonostante la spesa media per un weekend sia scesa del 3%
Il 76% degli italiani rimarrà a casa durante le prossime vacanze di Pasqua. Questa la conclusione di un'indagine dell'Adoc sui progetti di vacanza dei consumatori per le prossime festività pasquali. Registrato anche un calo dei viaggi con destinazione Italia e della durata dei soggiorni.
«Circa due italiani su tre non si muoveranno di casa durante le feste, il 5% in più dell'anno passato - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - la crisi ha messo in ginocchio le famiglie, la maggior parte delle quali, il 76%, non è in grado oggi di concedersi una vacanza, nonostante il costo di un weekend per una famiglia, rispetto all'anno scorso, sia sceso del 2,7%, grazie alla riduzione dei costi per i trasporti. La necessaria scelta di non partire, di riflesso, crea un danno grave anche per il turismo, uno dei settori che dovrebbero trainare la nostra economia. Il turismo è penalizzato dal calo (-3%) dei soggiorni in Italia e dall'accorciamento della durata degli stessi. Tra i partenti, difatti, più della metà, il 58%, sceglierà di passare fuori casa solo una notte, mentre solo l'8% trascorrerà più di tre notti fuori dalle mura domestiche. Non ci sorprende che gli italiani preferiscano la vacanza breve, dato che il carovita e la perdita del potere d'acquisto impongono la riduzione dei giorni a disposizione per le vacanze. In crescita di circa il 3% anche il ricorso alla rateizzazione del viaggio soprattutto per le vacanze lunghe, per un importo medio di 1500. Con il rischio che il relax di qualche giorno si tramuti in un sacrifico economico troppo oneroso da sostenere durante il resto dell'anno, visto che gli interessi arrivano anche fino al 24%.»
Per Adoc le strutture che più soffrono la crisi sono gli alberghi, superati nelle preferenze da bed&breakfast, agriturismi e centri benessere spa.
«Sempre più italiani scelgono di trascorrere le loro vacanze in agriturismo o in un centro benessere - continua Pileri - rispetto all'anno scorso, infatti, ben il 18% dei viaggiatori sceglierà queste tipologie di soggiorno. Data la riduzione dei giorni a disposizione per le vacanze molti italiani preferiscono passare qualche giorno in completo relax, rifugiandosi nelle terme e nella natura, scappando dalle beghe quotidiane. Per una spesa media di circa 750 euro a persona per weekend. In crisi invece gli alberghi, che perdono il 14% di presenze rispetto alla Pasqua 2008. Negli ultimi anni le strutture italiane sono uscite dal mercato a scapito degli altri paesi del Mediterraneo, che offrono soluzioni di soggiorno e ristorazione ad un costo pari alla metà o ad un quarto di quelle italiane, con un'offerta qualitativamente migliore. Comportando la disaffezione verso le strutture e località turistiche nostrane. Gli alberghi non hanno risolto i problemi di adeguamento agli standard di qualità e servizio di livello europeo. Il sistema delle stellette, in Italia, non corrisponde all'equivalente di un Paese concorrente. Per esempio, una struttura alberghiera a 2 stelle in Francia o Spagna offre servizi e qualità migliori di una italiana a 3 stelle. Viceversa, gli alberghi italiani a 2 stelle, nella stragrande maggioranza dei casi, non vengono presi in considerazione. Bene, quindi, l'armonizzazione a livello nazionale della classificazione alberghiera. Ma assegnare stelle in base solo all'aspetto quantitativo, e prevedere un parallelo sistema di rating per gli standard qualitativi ci rende dubbiosi. Nella percezione di un cliente, difatti, è la stella l'unico metro di giudizio di una struttura alberghiera.«