18 aprile 2024
Aggiornato 22:00

Sondaggio USA: economisti insoddisfatti di Obama e Geithner

Le loro politiche economiche non convincono. Fa meglio Bernanke

WASHINGTON - Le politiche economiche della Casa Bianca non convincono gli economisti americani, che danno valutazioni piuttosto basse sia al presidente degli Stati Uniti Barack Obama che al segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner. E' questo l'esito di un sondaggio messo a punto congiuntamente dal Wall Street Journal e da Nbc, che non lascia spazio a dubbi: gli economisti americani danno a Obama un «F».

In poche parole, la maggioranza dei 49 esperti intervistati si dice insoddisfatta per le scelte che questo governo ha preso, nell'intento di aiutare l'economia Usa. In media, scrive il Wall Street Journal, il voto al presidente è di 59 su 100, e il 42% dei partecipanti al sondaggio valuta Obama con un rating inferiore ai 60 punti. Geithner ha fatto anche peggio, ricevendo in media un rating pari a 51.

Il migliore si conferma il presidente della Fed Ben Bernanke, con 71 punti in media. In generale, gli economisti si mostrano divisi sulla necessità di proporre un piano di stimoli per aiutare l'economia Usa (il piano di Obama ha un valore di 787 miliardi di dollari): a fronte di chi si definisce scettico sulla stessa efficienza di una manovra di stimoli, c'è qualcun altro che ritiene che quello appena approvato da Obama sia insufficiente, e chiede così un'altra manovra da quasi 500 miliardi di dollari. La peggiore critica è rivolta però alla mancata attuazione di un piano aggressivo volto a risolvere la crisi finanziaria.

«Geithner aveva previsto un grande discorso, e alla fine è venuto fuori con indicazioni molto vaghe», ha detto Stephen Stanley, economista di Rbs Geenwich Capital. Gli esperti si sono espressi anche sulla crisi economica, e in generale hanno detto di prevedere una perdita di posti di lavoro di 2,8 milioni di unità nel corso dei prossimi 12 mesi e un tasso di disoccupazione in rialzo al 9,3% entro il mese di dicembre. Secondo gli economisti, esiste anche una probabilità su sei che gli Stati Uniti cadano in depressione, ovvero in quella situazione caratterizzata da un calo del Pil per persona o dei consumi del 10% o superiore.