16 aprile 2024
Aggiornato 20:00

Burocrazia e accesso al credito «incubi» degli imprenditori italiani

E’ quanto emerge da dati elaborati dal Centro Studi Cidec su un campione di titolari di piccole e medie imprese italiane

Sono la «malaburocrazia» e la difficoltà di accesso al credito gli «incubi» degli imprenditori italiani. E’ quanto emerge da dati elaborati dal Centro Studi Cidec (Confederazione Italiana dei Commercianti) su un campione di titolari di piccole e medie imprese italiane. Tra «i problemi più gravi per le imprese», per il 35,3 per cento risulta essere la pressione fiscale, per il 29,4 per cento la «difficoltà degli adempimenti amministrativi», per il 23,5 per cento l’accesso al credito. A finire sul banco degli imputati, in particolare, è la burocrazia italiana: per il 45 per cento del campione «ha procedure complesse» e per oltre il 30 per cento «è lenta».

Tra i problemi più avvertiti, l’avvio difficile della pratica e l’eccessivo tempo di attesa per conclusione, mentre un altro problema particolarmente sentito è l’eccessivo tempo di attesa agli sportelli. E se oltre il 60 per cento del campione è fiducioso per la modernizzazione della pubblica amministrazione varata dal Ministro Brunetta, non ugualmente lo è per l’accesso al credito, ancora considerato lontano dalle esigenze degli imprenditori. In particolare, il Centro Studi della CIDEC, negli ultimi sei mesi, ha verificato la difficoltà crescente che incontrano gli imprenditori nelle richieste di rientro del credito e di aumento delle garanzie, i costi bancari troppo elevati, i tempi lunghi delle procedure.

«Se si vuol fare qualcosa per uscire dalla crisi – sottolinea il presidente nazionale della CIDEC, Agostino Goldin – è necessario favorire l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese italiane. La contrazione dei prestiti alle imprese è oggi non più un rischio ma una vera e propria minaccia, senza dubbio l’ostacolo principale alla crescita. E’ necessario che Governo, Abi e associazioni di categoria siedano allo stesso tavolo per esaminare iniziative da intraprendere con il sistema bancario, per proporre eventualmente nuovi strumenti finanziari e per aiutare concretamente a migliorare il rapporto tra banche e imprese».