25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Dal vino del ghiaccio di Chiomonte alle denominazioni di Barolo e Barbaresco

Vino sotto tutela: la scelta del marchio collettivo

Sempre più spesso sulla tavola arrivano prodotti protetti giuridicamente a garanzia di qualità. E il marchio diventa nello stesso tempo strumento di difesa e di promozione

Appuntamento domani, 12 marzo, alle 16,30 a Torino Incontra per un seminario organizzato dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il suo Laboratorio chimico e con l’Organizzazione Interprofessionale per la comunicazione delle Conoscenze in Enologia (OICCE) e dedicato agli strumenti di tutela della proprietà industriale in ambito enogastronomico. Alla presenza di consulenti in proprietà intellettuale, produttori, associazioni e consorzi, si parlerà di un binomio sempre più consolidato, quello tra vino e marchio collettivo.

La scelta del marchio collettivo è, infatti, sempre più frequente nell’ambito alimentare, perché permette di garantire la qualità di un prodotto, attraverso l’osservanza certificata di un particolare disciplinare. Il marchio collettivo, infatti, svolge una funzione diversa da quella tipica del marchio: non contraddistingue il prodotto di un imprenditore o di un’impresa, ma ne garantisce, invece, l’origine, la qualità e la natura.

Legittimati a registrare il marchio collettivo sono solamente quei soggetti il cui compito non è quello di produrre e commercializzare, quanto piuttosto quello di controllare e garantire gli standard qualitativi, la provenienza, la composizione di un prodotto, regolando anche l’uso del marchio e concedendolo solo a chi rispetta i criteri stabiliti. Alla base della registrazione del marchio collettivo, che si effettua presso gli uffici brevetti delle Camere di commercio, sportelli sul territorio dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, si colloca dunque in molti casi l’iniziativa di enti pubblici o associazioni di produttori.

Marchio come strumento di tutela, dunque, ma anche di promozione, soprattutto in ambiti come quello alimentare che, oltre alla qualità percepita e alle caratteristiche organolettiche, privilegiano anche elementi immateriali, come l’immagine, la storia, le caratteristiche di un territorio. Ed ecco che, grazie al marchio collettivo, un’etichetta riesce a comunicare non solo il nome del prodotto e del produttore, ma anche il complesso di caratteristiche d’eccellenza esclusive che lo contraddistinguono.
Ad incoraggiare il ricorso al marchio e ad agevolarne il deposito con opportuni consigli e accorgimenti, sono a disposizione gli esperti in proprietà intellettuale attivi presso lo Sportello Tutela Proprietà Industriale della Camera di commercio di Torino, servizio gratuito rivolto a chi muove i primi passi sulla strada della registrazione di un brevetto o del deposito di un marchio.

Accanto alla consulenza personalizzata, la Camera di commercio di Torino propone un ricco calendario di appuntamenti di formazione e approfondimento sul tema della tutela della proprietà intellettuale (brevetti, marchi, contraffazione, ecc). Tutti i seminari, che si svolgono sempre a Torino Incontra dalle ore 17 alle 19, sono gratuiti e aperti a tutti, previa iscrizione da effettuarsi all’indirizzo email sportello.tpi@to.camcom.it