24 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Bar, ristoranti, pizzerie e pub

I nuovi criteri regionali per il rilascio delle licenze puntano sulla qualità

Grande interesse da parte delle Amministrazioni comunali per il seminario informativo organizzato dallo Sportello Unico Tuscia

VITERBO - Oltre 50 rappresentanti dei Comuni presenti nella provincia di Viterbo hanno preso parte lunedì 9 marzo al seminario formativo su «Disciplina dello svolgimento delle attività di somministrazione di alimenti e bevande», alla luce di quanto previsto dal nuovo regolamento regionale 1/2009 che stabilisce le nuove norme per il rilascio delle licenze a bar, ristoranti, pizzerie e pub.
L’iniziativa, svoltasi nella sala conferenze del CeFAS, Azienda speciale della Camera di Commercio di Viterbo, è stata organizzata dallo Sportello Unico Tuscia in collaborazione con la Confesercenti provinciale allo scopo di illustrare le novità sostanziali introdotte dalla Regione Lazio con la nuova normativa che si annuncia come una vera e propria rivoluzione che darà più dinamismo all’intero comparto.

Se prima l’apertura di nuove attività di bar, ristoranti, pizzerie e quant’altro dipendeva da un predeterminato indice numerico (basato sul rapporto tra attività e numero di abitanti), oggi una regolamentazione meno rigida, rispettosa del principio del libero accesso al mercato a tutti gli operatori, nel pieno rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie, urbanistico-edilizie e dei requisiti soggettivi, permette di investire nella diversificazione dell’offerta, l’integrazione del servizio, la creazione di lavoro e la riqualificazione del territorio urbano ed extraurbano.

«Grazie alla nuova normativa – spiega Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti – vengono meno gli ostacoli legati all’assenso obbligatorio da parte delle commissioni comunali o provinciali per l’approvazione dei piani e per il rilascio dei titoli o ai rigidi limiti imposti dal rapporto tra attività e numero di abitanti. Agli enti locali viene invece richiesta una funzione programmatoria per la tutela e valorizzazione del proprio territorio».
Tutto ciò comporta una maggiore attenzione delle Amministrazioni locali nel processo di analisi del proprio territorio, tale da consentire, qualora ne ricorrano i presupposti, l'individuazione di zone di espansione, di zone prossime alla saturazione o già sature in relazione al rapporto tra domanda e offerta settoriale e di zone in cui occorrono interventi di valorizzazione e tutela sotto il profilo storico-artistico-architettionico e paesaggistico-ambientale.

Nello specifico il nuovo Regolamento regionale stabilisce: il divieto di prevedere limiti con riferimento sia all’ampiezza complessiva sia alle superfici dei locali, specificamente dedicate allo svolgimento dell’attività di somministrazione al pubblico; il divieto di prevedere distanze minime tra esercizi di somministrazione e tra attività di somministrazione e altre attività economiche; l’obiettivo di un mercato di settore tendenzialmente concorrenziale. Al contrario si considera l’avvio di nuove attività di somministrazione quale elemento utile, tra gli altri, a tamponare particolari fenomeni di desertificazione sia di centri urbani, sia di zone montane, rurali e di centri minori.

I Comuni hanno tempo fino al prossimo 28 aprile per adeguare i propri regolamenti alle norme regionali.
«L'interesse mostrato dai partecipanti al seminario – ha dichiarato Marco Valente, responsabile dello Sportello Unico Tuscia –e la necessità di approfondire ulteriormente le problematiche emerse durante l'incontro ci ha spinto a organizzare per il 19 marzo, sempre nella sede del CeFAS, una seconda giornata di studio».