19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Crisi economica

FMI parla di recessione e lancia allarme per Africa

Strauss-Kahn: crescita mondiale sara «sotto lo zero» nel 2009

Dar Es-Salaam - Il Direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, ha parlato oggi per la prima volta di una recessione mondiale nel 2009, lanciando poi un vero grido di allarme sugli effetti della crisi finanziaria mondiale per il continente africano. Milioni di africani rischiano di precipitare a breve in condizioni di povertà e di trovarsi a far fronte a nuove ondate di violenze, se non addirittura a conflitti, ha denunciato il numero uno dell'istituzione monetaria.

«La nostra riunione cade in un momento critico della storia per l'Africa - ha detto Strauss-Kahn in apertura del vertice di Dar es-Salaam, in Tanzania, sull'impatto della crisi in Africa - la crisi finanziaria mondiale, che ora si può definire come grande recessione, fornisce un fondale scuro alla nostra conferenza. Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita mondiale sotto lo zero quest'anno, la prestazione peggiore che la maggior parte di noi abbia mai visto». Per Strauss-Kahn, le prossime previsioni del Fmi daranno «una crescita mondiale che per la prima volta da 60 anni sarà una crescita mondiale negativa». «Anche se la crisi è stata lenta a raggiungere le coste africane, sappiamo tutti che sta arrivando e che il suo impatto sarà duro», ha poi aggiunto, citando il crollo degli scambi commerciali e la diminuzione delle rimesse, degli investimenti esteri e degli aiuti che stanno colpendo il continente. L'istituzione monetaria mondiale prevede per il 2009 un tasso di crescita di circa il 3% per l'Africa, molto lontano dal 5,4% registrato in media nel 2008.

«Anche questo dato potrebbe rivelarsi ottimistico se la crisi peggiora», ha ammonito Strauss-Kahn, insistendo quindi sulla necessità di risposte urgenti per l'Africa, dove le variazioni dei risultati economici sono una questione di vita o di morte. «La minaccia non è soltanto economica - ha detto - c'è il rischio certo che milioni di africani sprofondino nella povertà. Non si tratta soltanto di proteggere la crescita economica o il reddito delle famiglie, ma di contenere anche la minaccia di violenze civili, forse anche di una guerra». Per il Presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete, «la crisi attuale rappresenta il più grande pericolo della storia recente per lo sviluppo dell'Africa». «Le istituzioni finanziarie private dei paesi sviluppati hanno ricevuto più aiuti finanziari di tutto il continente africano», ha ricordato Strauss-Kahn, facendo poi esplicito riferimento ai circa 170 miliardi di dollari garantiti da Washington per il salvataggio del colosso assicurativo Aig.

«Nel momento in cui la comunità internazionale trova centinaia di miliardi di dollari per la risoluzione della crisi, non posso accettare che non sia capace di trovare centinaia di milioni per i paesi con entrate deboli», ha tuonato il numero uno del Fmi, ammonendo sul rischio che i progressi realizzati in questi ultimi 10 anni possano essere spazzati via dalla crisi. Anche l'ex Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha rimarcato la gravità della crisi, bollandola come «versione economica di uno tsunami». «L' Africa è ormai in prima linea», ha aggiunto. Quindi è intervenuto l'economista Jeffrey Sachs, dell'Università di Columbia di New York: «Una delle tragedie di questi ultimi anni, è che i Paesi ricchi non mantenevano le loro promesse. Ora, siamo in crisi e riducono drasticamente i loro aiuti».