8 maggio 2024
Aggiornato 15:00
Innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego?

Pensioni, Bonanni: Ue petulante, basta pressing dai tecnocrati

«La verità - conclude Bonanni - è che si vuol toccare anche il privato, ma qui è tutta un'altra storia»

ROMA - L'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego sarebbe accettabile dai sindacati solo in cambio di «vantaggi tangibili» per le lavoratrici. Non può essere fatto, invece, solo per soddisfare il pressing «petulante» dei «tecnocrati» dell'Unione europea. Lo afferma il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista al Corriere della sera.

«Prenderemo sul serio Bruxelles - sostiene Bonanni - quando sanzionerà l'Italia anche perché ha meno asili nido, pochi assegni per i non autosufficienti, troppe tasse per le famiglie con figli, in genere prestazioni più basse rispetto alla media europea». Di aumentare l'età pensionabile per le donne, sottolinea il segretario generale, si può discutere «solo nel caso in cui si abbiano vantaggi tangibili per le donne sia in termini di servizi alla persona e alla famiglia sia aumentando il livello dell'assegno previdenziale. Tutte cose da ottenere prima di qualsiasi concessione.

Come si dice dalle mie parti, 'pagare moneta, vedere cammello'. Troppe volte - aggiunge - ci hanno illuso con promesse poi non mantenute. Senza contare il cattivo gusto di affrontare questo tema proprio nel giorno della festa internazionale della donna».

«La verità - conclude Bonanni - è che si vuol toccare anche il privato, ma qui è tutta un'altra storia».