14 gennaio 2025
Aggiornato 05:00
OSSERVATORIO “Prezzi e Mercati” INDIS-Unioncamere

Prezzi: l’inflazione nel 2009 viaggerà verso l’1%

Ancora in discesa energia e alimentari. Urgente sfruttare la crisi per interventi sulle infrastrutture. Difficile una ripresa dell’economia prima del 2011

ROMA – In sei mesi la crisi ha più che dimezzato l’inflazione portandola dal 3,3% di agosto all’1,6% di gennaio, ma alla fine dell’anno – secondo le aspettative degli operatori – potrà condurre ad una sua ulteriore riduzione, portando il tasso medio di incremento dei prezzi a superare di poco l’1%.

Negli ultimi mesi dello scorso anno la discesa dell’inflazione è stata ampiamente favorita dal calo dei prezzi dell’energia ma vi sono ancora ampi margini per un ulteriore calo su questo versante, dal momento che le tariffe di energia elettrica e gas devono ancora recepire la brusca caduta delle quotazioni del petrolio di fine 2008.

Anche per i beni alimentari si stanno aprendo gli spazi per un rallentamento della dinamica dei prezzi. Il calo dell’inflazione alla produzione alimentare segnala un allentamento delle tensioni, coerente con gli andamenti delle quotazioni delle materie prime agricole.

Queste sono le principali valutazioni che emergono dall'Osservatorio «Prezzi e Mercati» di INDIS, Istituto dell'Unioncamere specializzato nella distribuzione e nei servizi.

Inflazione in discesa: dopo i carburanti è la volta delle tariffe energetiche
Il rallentamento dell’inflazione al consumo registrato nella seconda parte dello scorso anno è stato favorito dal calo dei prezzi dei prodotti energetici, in particolare sulla scia delle consistenti flessioni dei prezzi dei carburanti registrate sul finire del 2008.

Si è invece aperta a gennaio la fase di discesa delle tariffe energetiche, che continuerà nel corso del 2009. Nel complesso, la componente energetica dell’indice dei prezzi fletterà nell’anno di oltre sette punti percentuali.

Nonostante il recupero del potere d’acquisto permesso dalla caduta dei prezzi dell’energia, le prospettive per i consumi non però sono particolarmente rosee. Di fatto, il rapido peggioramento del quadro congiunturale ha portato la gran parte degli operatori a rivedere verso il basso le stime sull’inflazione che, nel complesso, è attesa su valori di poco superiori all’1% in media annua. Secondo le attese,  gli acquisti da parte delle famiglie di beni durevoli come automobili, elettrodomestici e mobili, e di semidurevoli - come l’abbigliamento e le calzature - saranno ridimensionati. Inoltre, il clima di incertezza che grava sulle prospettive del mercato del lavoro con tutta probabilità contribuirà nei prossimi mesi a determinare la riduzione della propensione al consumo degli italiani.

Alimentari: il calo dell’inflazione alla produzione favorisce la tenuta dei consumi
Anche per quanto riguarda i prezzi al consumo è atteso un ulteriore rallentamento, come conseguenza del completarsi della trasmissione a valle della discesa dei listini, già riscontrata sui mercati a monte.

Secondo i risultati dell’Osservatorio «Prezzi e Mercati» di INDIS-Unioncamere, che monitora l’andamento dei prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della distribuzione organizzata all’industria, si conferma il calo dell’inflazione alla produzione. Scendono infatti i prezzi di prodotti come la farina e gli oli di semi, il cui valore è legato alle quotazioni delle materie prime cerealicole, che nel corso degli ultimi 12 mesi hanno registrato cali fino al 60% (dati confermati anche dalle informazioni raccolte dalla Borsa Merci Telematica Italiana). Anche nella filiera lattiero casearia i prezzi alla produzione si sono orientati verso il basso, con le conseguenti ripercussioni nei relativi listini.

Considerando anche l’effetto positivo del calo dei prezzi dell’energia sul recupero del potere d’acquisto delle famiglie, la riduzione dei prezzi alimentari alla produzione induce pertanto gli operatori ad attendere una tenuta dei consumi sui livelli dello scorso anno.

Le vie di uscita dalla crisi
Dal dibattito apertosi al tavolo dell’Osservatorio «Prezzi e Mercati» è opinione comune dei partecipanti che la crisi economica iniziata a fine 2008 non è destinata ad esaurirsi in breve tempo e che, prima del 2011,  sarà improbabile vedere chiari segnali di ripresa. Ad essere penalizzate saranno soprattutto le produzioni destinate ai mercati esteri.

A tale proposito, i suggerimenti emersi al Tavolo di lavoro si sono concentrati su alcuni interventi prioritari, utili per affrontare il difficile momento congiunturale. Tra questi emergono quelli tesi a rendere più flessibile il mercato del lavoro, in particolare nel comparto della distribuzione commerciale, e allo stesso tempo capaci di rendere efficaci ed operative le leve degli ammortizzatori sociali.

Ugualmente auspicabili sono stati giudicati gli interventi di policy che favoriscano la crescita orientata al mercato interno, come quelle rivolte all’ambiente e al turismo.

Infine un ruolo centrale è quello attribuito agli interventi in favore delle infrastrutture (con attenzione per trasporti ferroviari, aeroporti, autostrade del mare), delle liberalizzazioni, della crescita dei mercati locali che possano dare avvio ad un cambiamento nel modello di sviluppo del paese, stimolando così un percorso di crescita che faccia maggiormente leva sulle componenti interne della domanda.

L’attuale crisi appare dunque una occasione preziosa per porre mano ai ritardi strutturali, risolvendo i quali il Paese potrà cogliere prima e meglio gli effetti della ripresa economica.