24 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Commercio estero

Vola export dieta mediterranea +13%

E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti, divulgato in occasione dei dati Istat sul commercio estero

Con un aumento record del 13 per cento nelle esportazioni, volano nel 2008 i prodotti base della dieta mediterranea che battono la crisi e confermano la grande fiducia conquistata dal made in Italy a tavola che fa segnare la migliore performance tra tutti i prodotti di eccellenza. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti, divulgato in occasione dei dati Istat sul commercio estero. L’alimentare è il settore che ha realizzato la migliore performance positiva nel 2008 con aumenti per pasta (+ 28 per cento), conserva di pomodoro (+20 per cento), frutta (+14 per cento), vino (+ 5 per cento) e olio d’oliva (+2 per cento), sui mercati internazionali dove rappresentano i più validi ambasciatori della qualità del Made in Italy, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno.

Con un incremento del 27 per cento è stata la pasta - sottolinea la Coldiretti - a far segnare un boom delle spedizioni che sono state dirette per oltre 2/3 nei Paesi dell’Unione Europea, ma con ben il 9 per cento anche negli Stati Uniti. Seguono le conserve di pomodoro con un aumento del 20 per cento e prospettive ancora più positive per il 2009 che si è aperto con il superamento dei superdazi applicati dagli Stati uniti alla pummarola Made in italy come misura di ritorsione per il no europeo alla carne agli ormoni. L’anno appena passato fa segnare anche la riscossa della frutta Made in Italy con un aumento del 14 per cento delle esportazioni mentre il 2009 si è aperto con un fatto storico come il via libera alle esportazioni di kiwi italiano in Cina dove il consumo di frutta è passato dai 40 ai 70 chili in media per persona negli ultimi dieci anni e tende, con lo sviluppo, ad avvicinarsi rapidamente ai livelli europei. L'apertura del grande Paese asiatico - precisa la Coldiretti - rappresenta una enorme opportunità per il kiwi, di cui l'Italia è il principale esportatore mondiale, ma apre la strada anche alle altre produzioni ortofrutticole bloccate dal presunto pericolo della diffusione di insetti dannosi per le piante come la mosca mediterranea della frutta.

Il 2008 si è chiuso con le esportazioni di vino italiano nel mondo che hanno raggiunto per la prima volta, secondo dati Istat, un valore di circa 3,5 miliardi di euro (+ 5 per cento) grazie soprattutto alla domanda di Stati Uniti e Germania che sono i principali acquirenti, anche se la distribuzione del vino Made in Italy è in crescita soprattutto nei nuovi Paesi emergenti. Nello stesso anno l’Italia ha conquistato il primato mondiale nella produzione di vino con il sorpasso nei confronti dei tradizionali concorrenti francesi.

Dopo molti anni, la conclusione della vendemmia, con un raccolto nazionale di circa 45 milioni di ettolitri (+ 5 per cento), ha sancito - sottolinea la Coldiretti - lo storico sorpasso quantitativo dell'Italia sulla Francia dove la raccolta dell'uva si annuncia inferiore del 5 per cento per un quantitativo di 44 milioni di ettolitri. Un risultato che - precisa la Coldiretti - è il frutto anche di una crescita qualitativa con circa il 60 per cento dei raccolti destinati alla produzione di vini Docg, Doc e Igt. Sono 477 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (316 vini Doc, 41 Docg e 120 Igt). Negli Stati Uniti, nonostante il tasso di cambio sfavorevole, circa un terzo delle bottiglie di vino consumate dagli americani è arrivato dall'Italia che si conferma leader davanti ad Australia e Francia. In crescita del 2 per cento anche il valore delle esportazioni di olio di oliva.

Il risultato all’estero dei prodotti della dieta mediterranea ha trainato - conclude la Coldiretti - l’intero agroalimentare nazionale che ha fatto segnare un incremento delle spedizioni in valore del 10 per cento, l’unico con una performance positiva tra tutti gli altri settori considerati di eccellenza del Made in Italy come l’arredamento (- 0,2 per cento), abbigliamento-moda ( -0,5 per cento) e l’automobile ( -0,5 per cento) che restano invece stagnanti.