28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Cassa integrazione

600 i lavoratori in cig nelle sole Val Polcevera e Valle Scrivia

Questa mattina presso la sede della Fisac Cgil a Genova, si è svolta la conferenza stampa organizzata dalla Fiom Cgil sulla situazione delle aziende metalmeccaniche in Val Polcevera e Valle Scrivia

Genova - Questa mattina presso la sede della Fisac Cgil a Genova, si e' svolta la conferenza stampa organizzata dalla Fiom Cgil sulla situazione delle aziende metalmeccaniche in Val Polcevera e Valle Scrivia.

I dati in possesso del sindacato dei metalmeccanici sono preoccupanti: sono 581 i lavoratori in cassa integrazione ordinaria nelle sole Val Polcevera e Valle Scrivia. La Fiom di Genova, presente in 38 aziende nelle due vallate, ha monitorato le richieste di CIGO (cassa integrazione ordinaria). Dall'analisi e' emerso che ben 10 aziende si sono avvalse di questo ammortizzatore sociale: su 663 dipendenti totali, 581 sono in cassa integrazione. Non tutti i lavoratori sono «a zero ore»: vi possono essere turnazioni o riduzione di orario. Il dato complessivo comunque e' allarmante. Alcune aziende sono gia' alla seconda tornata di cassa, si parla quindi di ditte e lavoratori che possono rimanere in tale condizione anche per 26 settimane e con un reddito medio di 800 euro mensili. A queste si aggiunge la SLIE azienda che opera nel settore della impiantistica navale, attualmente in liquidazione con la procedura di mobilità aperta per 40 dipendenti su Genova e 20 tra La Spezia e Monfalcone. Diversi sono i settori coinvolti dalla crisi o da ristrutturazioni aziendali: siderurgia, nautica, impiantistica, carpenteria, meccanica e auto.

Calo produttivo del 20/30% - Per Ivano Mortola responsabile per la Fiom delle aziende site in Val Polcevera e Valle Scrivia «la maggior parte dei lavoratori proviene dal territorio e non è infrequente che in un nucleo familiare la cassa integrazione coinvolga più persone, ad esempio moglie e marito. La situazione è preoccupante perché alle aziende non solo non arrivano nuovi ordini, ma in alcuni casi accade che anche quelli già in essere vengano revocati: dal nostro osservatorio possiamo considerare che ci sia stato un calo produttivo del 20/30%, in alcuni casi anche del 50%».

Premiare le aziende che investono - Camillo Costanzo Coordinatore Regionale della Fiom punta il dito verso il Governo e la mancanza di una politica industriale che premi le aziende virtuose che effettuano investimenti «Questa crisi prima o poi finirà e quando ciò avverrà, le prime ad uscirne saranno le imprese serie che hanno effettuato innovazione, ricerca e che hanno effettuato investimenti per migliorare la produzione; per le altre si aprirà un problema di competizione con gli altri paesi europei. A questo scopo, è necessario che il Governo agisca maggiormente sulla leva del credito perché sono molte le società che oltre alla crisi subiscono pesantemente i problemi legati alla liquidità».

Tra le richieste avanzate della Fiom a sostegno del reddito dei lavoratori: l’aumento temporale ed economico della cassa integrazione e l’estensione di questa ai lavoratori precari (tempi determinati, collaborazioni varie ecc.).