19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Grido di allarme per le energie rinnovabili

L’Italia non ha abbastanza manager qualificati

Promelec International, società di Executive Search di Milano, raccoglie i timori delle aziende che producono energia rinnovabile: è complessa la ricerca di personale preparato

«AAA manager qualificato nelle energie rinnovabili cercasi, disperatamente» Nonostante l’estremizzazione, è questo il paradosso che Promelec International, società italiana di executive search, ha rilevato nel corso dei suoi rapporti professionali con primarie società che operano nell’ambito delle energie rinnovabili, settore per il cui studio Promelec ha deciso di investire delle risorse. In Italia la green energy è un settore promettente e in espansione, ancorché in ritardo rispetto agli altri paesi europei. Il nostro ritardo viene pienamente rispecchiato nella mancanza di manager e figure professionali qualificate che rischia quindi di lasciarne inevasa la crescente richiesta (+40% rispetto al 2007).

Dal punto di vista istituzionale c’è un progressivo sforzo internazionale verso l’ecoenergia che ha prodotto incentivi al cambio di paradigma energetico, normative precise e regolamentazioni dei consumi energetici sempre più strette che le aziende recepiscono e intendono mettere in atto.

Rispetto all’Europa il netto ritardo italiano ci colloca al quarto posto relativo all’utilizzo di energie rinnovabili; confrontando come esempio il solo settore eolico, infatti, si scopre che, mentre la Germania ha una potenza installata di 20.622 MegaWatt e la Spagna la segue con 11.615 MW l’Italia si attesta a soli 3.736 MW.

Il governo italiano tuttavia si dice ottimista rispetto al futuro, come si evince dal piano degli obiettivi di produzione energetica rinnovabile per il 2020 che ha diffuso: nel settore idroelettrico si prevede un’ottimizzazione degli impianti attuali, che raggiungeranno una produzione di 20.200 MegaWatt, mentre per l’eolico si passerà dall’attuale produzione a una rete che produrrà 12.000 MW con un aumento previsto del 300% circa in 12 anni. Il piano prevede che nel 2020 il settore «green energy» italiano produrrà, in termini energetici, l’equivalente di 8,96 tonnellate di petrolio. «Perché il piano sulla produzione energetica si realizzi dobbiamo cambiare totalmente rotta riguardo le energie sostenibili» afferma Silvia Macchini, responsabile del settore energy in Promelec International. «Abbiamo ricevuto parecchi incarichi, anche da aziende importanti sul piano internazionale, per ricercare figure di questo tipo e stiamo incontrando più difficoltà del previsto ad individuare candidati adeguati. Project leader, Project manager, business developer sono questi i profili più ricercati dalle aziende che producono energie rinnovabili. Sarebbe veramente un peccato che queste aziende continuino a cercare questi professionisti all’estero, come sono costretti a fare ora.

La nostra speranza è che le istituzioni si prendano carico di questa problematica e affrontino finalmente il cambio di paradigma energetico, inserendolo nelle proprie priorità.» L’importanza anche economica di questo settore di mercato è dimostrato dalle cifre fornite dal libro bianco dell’Unione europea: nell’anno in corso si prevede che il settore delle energie rinnovabili creerà 520.000 posti di lavoro in Europa, mentre, nella sola Italia, l’offerta di impieghi nuovi si attesterà attorno ai 100.000 posti. In risposta a questi dati che è già all’avanguardia. Ma gli attuali 18 Master sulle energie rinnovabili basteranno?