20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Crisi economica e accordo separato

Inizia la mobilitazione in Liguria

Questa mattina, presso la scuola Edile di Borzoli si sono svolti i Comitati Direttivi della Cgil di Genova e della Liguria

Genova - Questa mattina, presso la scuola Edile di Borzoli si sono svolti i Comitati Direttivi della Cgil di Genova e della Liguria.
Al centro dell'incontro sindacale l'analisi della crisi economica e dell'accordo separato sulla riforma del modello contrattuale.
Nella relazione introduttiva Renzo Miroglio Segretario Generale Cgil Liguria ha sottolineato il «giudizio radicalmente negativo sull'azione del Governo di fronte alla crisi e la piena condivisione delle decisioni della Segreteria Nazionale di non sottoscrivere l'accordo sul modello contrattuale». Miroglio ha quindi annunciato l'avvio di «una diffusa azione di informazione ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini attraverso volantinaggi, presidi e assemblee di posto di lavoro e di territorio con una fase finale di voto segreto sull'accordo, arrivando ad utilizzare anche lo strumento dello sciopero».

Anche sulla crisi economica i dati confermano le preoccupazioni della Cgil. L'Inps denuncia che in Liguria le ore richieste di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 17,29% passando da 534.878 ore del gennaio 2007 a 627.337 del dicembre 2008.

A fronte di ciò i dati della cassa integrazione straordinaria - che segnala le situazioni di crisi e non quelle «strutturali» - e' diminuita dell'8.21% passando da 2.784.280 ore a 2.555.801. Ciò significa che nella nostra regione la crisi manifesterà i propri effetti nell'anno in corso e forse, dato che nessuno sa' con certezza quando finirà, continuerà negli anni successivi.

Inoltre, è stato sottolineato come i dati Inps non tengano in considerazione del «crollo» dei lavoratori atipici e assunti a tempo determinato e per i quali non e' stato prorogato il contratto (meno 75% nelle sole province di Genova e Savona): questi non sono contemplati nel conteggio in quanto non oggetto di rilevazione perché non beneficiano di alcun ammortizzatore sociale.

Per Walter Fabiocchi Segretario della Camera del Lavoro di Genova «dalla crisi dobbiamo uscire con un nuovo modello di sviluppo, attento all’ambiente, che tenga conto di una migliore redistribuzione del reddito, di una maggiore equità e giustizia sociale. In questo quadro l’accordo separato è un errore in quanto si colloca nell’idea che si può uscire dalla crisi utilizzando i modelli del vecchio sistema».

Nelle conclusioni Susanna Camusso Segretaria Nazionale Cgil ha ricordato come «la crisi che abbiamo di fronte è una crisi inedita e soprattutto diversi elementi ci dicono che non ne siamo ancora completamente al centro. Dalla crisi uscirà probabilmente un paese diverso, ridimensionato e c’è chi crede che il nuovo modello di sviluppo possa passare attraverso la compressione dei salari, dei diritti e della svalutazione competitiva. Penso quindi che la crisi e l’accordo separato siano due facce della stessa medaglia. Da un lato l’accordo separato mette fine ad un modello di contratto «universale e solidaristico» nel quale stanno insieme i più forti con i più deboli e nel quale trova spazio la tutela del salario. Dall’altro si svilisce il ruolo della contrattazione integrativa come luogo in cui si contratta l’aumento salariale. Penso sia importante quindi avere delle nostre proposte che non partono da oggi, ma che sono il frutto di una mediazione nata con la piattaforma unitaria del maggio scorso. Dobbiamo stare tra i lavoratori e sui luoghi di lavoro, ripartire da lì per la costruzione del consenso per arrivare ad una discussione che non si fermi ai luoghi di lavoro, ma parli a tutti coloro che, lavoratori e pensionati, vogliono come noi, cambiare le scelte del Governo».