16 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Il Presidente di Confagricoltura a Vegetalia

«Mais condizionato dalle incertezze»

In fiera, a Cremona, Federico Vecchioni conclude i lavori della “V Giornata europea del mais”

Il mais nel 2007, nonostante il «boom» della produzione Usa, aveva indirettamente beneficiato della fiammata dei prezzi originata dalla penuria di frumento; quest’anno, al contrario, sta facendo le spese dell’eccezionale aumento della produzione mondiale di frumento (circa 73 milioni di tonn. in più rispetto al 2007, di cui oltre 30 milioni nella sola UE). L’International Grains Council, nella campagna 2008/09, stima in aumento del 33% l’impiego di frumento per mangimi, contro una riduzione del 5% dell’uso di mais. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenendo a Cremona, nell’ambito di «Vegetalia», alla «V Giornata europea del mais».

Ad avviso del presidente Vecchioni, l’andamento dei mercati nei prossimi mesi continuerà ad essere condizionato dall’incertezza sull’entità dei nuovi raccolti e dalla volatilità dei prezzi (delle commodities e dei mezzi di produzione), oltre che dagli effetti della fase recessiva in atto.

«Nel caso del mais l’Europa - ha detto il presidente di Confagricoltura - si è ‘fatta male da sola’ aumentando del 30% la produzione nel 2008. Sono 15 milioni di tonn. in più che pesano sul mercato dell’alimentazione zootecnica, dove c’è anche abbondante offerta di grano tenero foraggero, soprattutto proveniente da Ucraina e Russia, ma anche da alcuni Paesi comunitari come la Gran Bretagna».

«La sensazione - ha aggiunto Federico Vecchioni - è che chi compra voglia portare il prezzo più in basso possibile, rinviando gli acquisti più consistenti a ridosso del raccolto, nel momento in cui i magazzini di agricoltori e cooperative dovrebbero essere vuoti per accogliere la nuova produzione. Se fosse così – ha commentato Federico vecchioni - sarebbe un modo «vecchio» e rischioso di affrontare un mercato che sta radicalmente cambiando a livello mondiale nel segno di un’instabilità strutturale, dettata da nuovi fattori condizionanti la disponibilità di prodotto (clima, costo dell’energia, vincoli all’export, disponibilità di fertilizzanti)».

«Solo in un mercato fluido, con prezzi stabili ma remunerativi per chi deve produrre, l’agricoltura mondiale - ha detto il presidente di Confagricoltura - potrà adeguarsi alla crescita costante dei consumi di cereali, alimentata dai Paesi a maggiore crescita economica e demografica, come Cina e India, e da quelli che non hanno terra sufficiente da coltivare in Asia ed Africa».

Rimane poi ancora insoluta la questione sulla sperimentazione in Italia per il transgenico. «Attendiamo ancora che il Ministro Zaia firmi il decreto sui protocolli» – ha concluso Vecchioni – «un testo sul quale la Conferenza Stato Regioni ha espresso parere favorevole già a novembre dello scorso anno».