Pensioni, Camusso (Cgil): da ministri e Confindustria nulla di originale
“Imprese intervengano su meccanismi discriminatori”
ROMA – «Non vi è nulla di originale nelle parole di alcuni ministri e della stessa Confindustria nel rivendicare la riforma delle pensioni. Gli stessi argomenti usati non brillano per novità: si ripropone la solita contrapposizione uomini-donne, giovani-anziani». È quanto sostiene la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, sull’ipotesi di riformare il sistema pensionistico per dirottare risorse sul welfare.
«Aumentare l’instabilità in questa fase - dice la sindacalista - è un primo danno, l’idea che si possa cambiare il welfare peggiorando condizioni già difficili, in particolare sul reddito degli anziani, è quantomeno miope». Perché, invece, aggiunge Camusso, «non interrogarsi invece sul perché l’organizzazione delle imprese mantiene le lavoratrici in condizione di discriminazione salariale e professionale ed i giovani non vedono prospettive di ingresso nel lavoro prima ancora che di carriera professionale».
«È indubbio che il mondo del lavoro e del welfare sia ancora segnato da un sistema maschile – osserva la dirigente sindacale - Sarebbe perciò utile che la rappresentanza delle imprese, invece di limitare la contrattazione, si proponga di intervenire sui meccanismi discriminatori senza pensare, per esempio, a coefficienti di calcolo delle pensioni che - conclude Camusso - rappresenterebbero solo la prospettiva per i giovani di pensioni pubbliche totalmente insufficienti».
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