19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Crisi economica

Dal confronto tra Governo e regioni auspicabile una intesa

Dichiarazione di Guglielmo Loy – Segretario confederale UIL

Dal confronto tra Governo e Regioni la UIL auspica che esca un’equilibrata intesa.
Di fronte ad una crisi i cui effetti sono imprevedibili si richiedono , per attutire l’impatto della stessa sull’occupazione, una serie di interventi mirati e coordinati dei vari livelli di Governo.

In questa ottica occorre, sempre più, «fare sistema» tra Stato, Autonomie Locali e Parti Sociali ed Economiche. Il Governo, da parte sua, deve aumentare gli stanziamenti nazionali per gli ammortizzatori sociali, dare certezze sul corretto utilizzo del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS), rendere più flessibili i parametri del Patto di Stabilità per gli investimenti., tarare alcuni interventi sui settori più esposti alla crisi come l’auto e le costruzioni dove sono a rischio, per il 2009, circa 260 mila posti di lavoro.

Occorre, quindi, far ripartire subito gli investimenti nelle opere pubbliche, sia quelle strategiche nazionali che quelle piccole e medie, opere che sono più facilmente cantierabili nel breve periodo - ed in gran parte di competenza degli Enti Locali – attraverso, anche, l’utilizzo dei 17,7 Miliardi di euro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Le Regioni, dal canto loro, dovranno destinare adeguate risorse dai propri bilanci ordinari orientando le scelte verso provvedimenti «anti-crisi». Dalla consistente riserva del Fondo Sociale Europeo (13 miliardi in 7 anni) è possibile indirizzare investimenti verso il mondo del lavoro sostenendo una formazione più aderente ai processi di crisi aziendale e settoriale implementando gli interventi verso il sostegno al reddito di chi è a rischio disoccupazione.
Non si tratta, è evidente, di sottrarre fondi alla formazione, che deve comunque essere garantita, rafforzandone l’efficacia e la qualità.
Le parti sociali, per quanto di competenza, possono rendere partecipi i Fondi interprofessionali per la formazione continua e gli Enti Bilaterali per supportare finanziariamente, sulla base di specifici accordi sindacali, le risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori.

Se il problema, come sostengono le Regioni è la rendicontazione alla Commissione Europea del Fondo Sociale, le cui motivazioni non convincono pienamente la UIL, si possono, comunque, mettere in campo soluzioni alternative e innovative, al tempo stesso corrette dal punto di vista amministrativo.
Gli strumenti ci sono, così come le risorse, basta un pizzico di buon senso e la volontà politica, superando le logiche del «sindacalismo istituzionale», sapendo che tutti convengono verso l’obiettivo di evitare il rischio di esclusione dal sistema produttivo di coloro non coperti dagli interventi garantiti dalla Cassa integrazione: circa 7 milioni di lavoratori tra dipendenti di piccole e medie imprese industriali e dei servizi, interinali, apprendisti.