Coldiretti soddisfatta per l'etichetta origine per il pollo
Si conferma così l'esigenza di assicurare ai consumatori la completa tracciabilità del prodotto, agevolando il sistema dei controlli e tutelando la salute e il diritto a una corretta informazione
Sugli scaffali continuerà ad essere riconoscibile il pollo Made in Italy grazie alla proroga dei termini dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 21 dicembre 2007, che già prorogava l’ordinanza dell’agosto 2005 che aveva introdotto misure di protezione e sorveglianza contro l'influenza aviaria e l’obbligo di specificare in etichetta il paese di origine degli animali. E’ quanto afferma con soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare che si conferma così l'esigenza di assicurare ai consumatori la completa tracciabilità del prodotto, agevolando il sistema dei controlli e tutelando la salute e il diritto a una corretta informazione.
DL 109/92 - Restano quindi in vigore – continua la Coldiretti - in aggiunta alle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, di cui al Decreto legislativo 109/92, le disposizioni che prevedono che gli operatori che intervengono nella fase di macellazione e di sezionamento e i soggetti che importano nel territorio italiano animali vivi da macellare, o carni fresche da sezionare o già sezionate da commercializzare, debbano riportare in etichetta le informazioni necessarie a ripercorrere con esattezza la storia dell'animale.
MAGGIORE TRASPARENZA - È stata così difesa - precisa la Coldiretti - una misura di trasparenza fortemente voluta dai produttori e dai consumatori e che ha consentito di superare la psicosi nei consumi familiari di carne avicola. Ricordiamo che nel comparto avicolo nazionale operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione: Brescia è presente con gli oltre 600 allevamenti e la leadership in produzione di uova, tacchini e polli da carne.
Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004 il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008. Ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50 per cento della spesa - conclude la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine.