25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
E’ rimasto sulle tavole quasi un terzo dei prodotti acquistati

Il conto del cenone: 2.6 miliardi

È questo il primo bilancio stimato dalla Coldiretti della festa di fine anno durante la quale si sono consumati più cotechini e zamponi rispetto a salmone, ostriche e caviale

E’ rimasto sulle tavole quasi un terzo dei prodotti acquistati per festeggiare il Capodanno che è costato agli italiani circa 2,6 miliardi di euro in cibi e bevande consumati in casa o fuori in ristoranti, agriturismo o nei locali appositamente allestiti. È questo il primo bilancio stimato dalla Coldiretti della festa di fine anno durante la quale si sono consumati piu’ cotechini e zamponi rispetto a salmone, ostriche e caviale e si è registrata la netta vittoria dello spumante italiano che ha salutato il 98 per cento dei brindisi nazionali.

Tra gli «avanzi» della tavola si segnalano soprattutto - sottolinea la Coldiretti - i dolci e la frutta ma anche i secondi piatti di carne o pesce, la pasta e gli spumanti immancabili compagni delle feste di fine anno nel corso delle quali, tra case private, ristoranti, piazze e luoghi di intrattenimento, ne sono state consumate 60 milioni di bottiglie con una prevalenza schiacciante delle produzioni italiane rispetto allo champagne.

Utilizzare la fantasia e il tempo libero per recuperare con gusto i cibi rimasti sulle tavole delle feste è - continua la Coldiretti - una ulteriore opportunità per i molti che hanno trascorso la notte piu’ lunga dell’anno tra le mura domestiche, con un notevole risparmio rispetto alle scelte alternative. Polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille, macedonia e panettoni imbottiti, sono - precisa la Coldiretti - una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi della tavola.

I piatti a base di carne i piu’ gettonati a Capodanno sono stati i tradizionali cotechini e zamponi con un consumo di 8 milioni di chili, sostanzialmente in linea con lo scorso anno anche se - sottolinea la Coldiretti - è aumentata la domanda per quelli artigianali magari acquistati direttamente dagli allevatori. Tra le oltre 5mila tonnellate di lenticchie chiamate a «portar fortuna» - continua la Coldiretti - particolarmente ricercate sono state quelle Castelluccio di Norcia IGP ma anche quelle inserite nell'elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o quelle umbre.

Insieme a piatti comuni della tradizione nazionale sono molte le specialità locali portate in tavola durante l'ultima notte dell'anno. Da segnalare il ritorno della polenta, considerato un piatto povero ed economico anche se il costo varia di molto a seconda dei prodotti che l’accompagnano: carne al sugo, con formaggi, funghi e verdure, cacciagione ma in Veneto è molto diffusa per Capodanno la polenta e baccalà. Se in Emilia Romagna la festa è stata accompagnata dagli immancabili tortellini, nelle tavole della Lombardia hanno vinto i risotti mentre in Piemonte sono stati gli agnolotti a farla da padrone e gli spaghetti - sottolinea la Coldiretti - sono stati i più gettonati in tutto il Mezzogiorno, tranne in Sardegna dove è stato il momento dei classici gnocchetti.

Si stima infine che - conclude la Coldiretti - accanto ai dolci tipici regionali sono stati acquistati durante le feste circa 100 milioni di esemplari tra pandoro e panettone.