8 maggio 2024
Aggiornato 22:30
In vigore da domani il Regolamento che ne vieta importazione e commercio nell'Unione Europea

Stop alle pellicce di cane e gatto

LAV: «Necessari più controlli alle frontiere»

Entra in vigore domani, 31 dicembre, il Regolamento 1523/2007, relativo al divieto all’importazione e al commercio di pelli di cani e gatti nei Paesi UE, approvato un anno fa dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea, e sostenuto, durante tutto l’iter, anche dal Governo italiano, con il Ministero della Salute. L’Unione Europea si unisce quindi a USA, Australia, Nuova Zelanda e Svizzera, che avevano già bandito il commercio di tali pelli, utilizzate come inserti nei prodotti di abbigliamento e di alcuni giocattoli.

Finora solo cinque dei 27 Paesi che compongono l’Unione, avevano bandito le pellicce provenienti dall’uccisione di cani e gatti. Tra il 2004 e il 2006, infatti, anche Danimarca, Grecia, Francia e Belgio hanno adottato leggi come quella italiana, di fatto aprendo la strada all’esigenza di armonizzare la normativa tra tutti gli Stati Membri.

Il Regolamento deve la sua approvazione, in parte, proprio alle pressioni esercitate da questi Paesi, ai quali l’Italia ha fatto da «apripista» divenendo il primo Paese UE, e secondo nel mondo dopo gli USA, ad aver imposto un bando nazionale all’importazione e commercio di tali pelli, prima con l’Ordinanza dell’allora Ministro della Salute Sirchia, emessa nel 2001 su richiesta della LAV e rinnovata nei due anni successivi, poi con l’inserimento del divieto nella Legge 189/04 contro il maltrattamento agli animali.

«Questo Regolamento costituisce il primo importantissimo caso in cui la legislazione comunitaria ha superato i vincoli imposti dalle regole dettate dal mercato internazionale, facendo scelte etiche nei confronti degli animali, e arrivando a bandire un intero commercio. – commenta Roberto Bennati, vicepresidente LAV  Un risultato rilevante, frutto di anni di solleciti ed azioni che hanno visto la LAV in prima fila in Italia e a livello internazionale, in seguito ad investigazioni ed analisi su alcuni capi di abbigliamento con parti in pelliccia, in vendita nei Paesi Europei».

Questo provvedimento, che introduce anche le modalità di attuazione dei controlli alle frontiere, è la conclusione di un processo avviato nel dicembre del 2003 con l’adozione da parte del Parlamento UE di una Dichiarazione scritta che chiedeva il bando del commercio di pelli provenienti dall’uccisione di cani e gatti.

«Nonostante in Italia siano attualmente in vigore le sanzioni previste dalla legge 189/2004, è in itinere una norma che introdurrà specifiche sanzioni a questo Regolamento –  conclude BennatiChiediamo alle istituzioni sanitarie e al personale di frontiera di intensificare da subito i controlli e reprimere eventuali violazioni».

Il commercio di pelli provenienti da cani e gatti, uccide, ogni anno, circa due milioni di animali in Cina, Thailandia, Filippine e Corea (stime HSUS). Occorrono, infatti, dai 10 ai 12 cani per confezionare una pelliccia, molti di più se per realizzarla vengono usati dei cuccioli; 24 se la pelliccia viene confezionata con pelli di gatto: animali randagi appositamente catturati, che vengono tenuti in condizioni indescrivibili fino al momento dell’uccisione, tuttaltro che incruenta.