Maltempo: allagati oltre 250 mila ettari di terreni coltivati
La Cia traccia una prima “mappa” delle conseguenze provocate dalle piogge e dalle nevicate. Distrutte colture di ortaggi a campo aperto. In molte zone si è costretti alla risemina di cereali
Oltre 250 mila ettari di terreni coltivati (35 mila solo nel Lazio) inondati dalle piogge torrenziali; circa 100 mila aziende e strutture agricole (5 mila soltanto nel Lazio) danneggiate; più di 30 mila serre allagate e distrutte; 5 mila capi di bestiame morti o dispersi; danni che, al momento, superano i 300 milioni di euro. E’ questo il primo bilancio delle conseguenze del maltempo sull’agricoltura elaborato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che rinnova l’invito a procedere per la dichiarazione dello stato di calamità nelle zone colpite.
Le esondazioni di fiumi e corsi d’acqua -sottolinea la Cia- hanno praticamente cancellato diverse coltivazioni stagionali, in particolare quelle di ortaggi a campo aperto (insalate, radicchio, cavoli, broccoli, finocchi, verze). Danni sono stati subiti anche dagli oliveti e vigneti, alcuni dei quali anche di pregio. La furia delle acque ha sradicato, inoltre, migliaia di alberi da frutta e pioppeti.
I danni maggiori si hanno, comunque, per le serre e per le strutture agricole devastate dalla pioggia e dagli allagamenti. Nei vivai sono andate perse migliaia di piante. Anche le colture floricole hanno visto distrutta gran parte della produzione.
Le conseguenze del maltempo, però, non si fermano qui. Secondo la Cia, tutte le semine previste in questo periodo sono state ritardate. E i campi appena seminati a cerali vanno riseminati. E questo avrà effetti negativi sulla produzione agricola della prossima annata. Non solo. Gli agricoltori saranno costretti a nuovi pesanti oneri per il ripristino dei terreni allagati e che hanno subito smottamenti e frane e per il reimpianto degli alberi. Anche la neve, caduta copiosamente soprattutto su tutto l’arco alpino, ha provocato-sostiene la Cia- danni a serre e strutture aziendali. Pesanti disagi si registrano in Piemonte, dove molte imprese agricole sono isolate.
Pesantissime anche le conseguenze per il settore zootecnico. Oltre al bestiame morto, le acque hanno distrutto diverse migliaia di quintali di foraggio e di mangime e in queste ore non c’è in alcune zone alimentazione per gli allevamenti.
La Cia ha chiesto al governo che vengano stanziate le risorse necessarie per zone colpite e che in esse siano previsti gli interventi per il ristorno dei danni alle produzioni e alle strutture agricole. In tale contesto è indispensabile che le Regioni portino al più presto a compimento la mappa dettagliata dei danni per attivare in tempi brevi, attraverso lo stato di calamità, i finanziamenti a sostegno degli agricoltori danneggiati.
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