25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL

Crisi, sostegno al reddito e lavoratori immigrati

I provvedimenti anti-crisi approvati dal Consiglio dei Ministri contengono misure condivisibili anche se con risorse ancora insufficienti

I provvedimenti anti-crisi approvati dal Consiglio dei Ministri contengono misure condivisibili anche se con risorse ancora insufficienti.
E’ apprezzabile la volontà di allargare la platea dei lavoratori da «aiutare» ai giovani in contratto in somministrazione, ai dipendenti da imprese artigiane, ai collaboratori. Con la stessa filosofia si dovrebbe intervenire verso un'altra fascia di lavoratori deboli: gli immigrati.

Il motivo è chiaro poichè essi, in gran parte, in caso di perdita di posto di lavoro hanno sei mesi di tempo per trovarne un altro pena l’impossibilità di veder rinnovato, come previsto dalla legge sull’immigrazione, il proprio permesso di soggiorno e, quindi, essere costretti a tornare nel proprio paese. Lavoratori, in molti casi, da molti anni in Italia con famiglia e figli che frequentano la scuola.

La UIL propone che il Governo intervenga, con un emendamento al decreto anti-crisi, per considerare il periodo coperto da ammortizzatori sociali derivanti dalla perdita involontaria di posto di lavoro (indennità di disoccupazione o di mobilità), che spettano ai lavoratori licenziati, compresi i cittadini non comunitari, come fase equiparabile a vero e proprio lavoro e, quindi, far scattare i 6 mesi utili alla ricerca di nuovo lavoro dal termine di questo periodo.