«Indicatori tempestosi e Governo minimizza»
Dichiarazione di Cesare Damiano, viceministro del Lavoro del governo ombra
I dati di ottobre dell’Istat confermano la gravità della crisi, Confcommercio parla di una frenata dell’economia italiana superiore a quella degli altri paesi europei e Confindustria di crollo della produzione industriale nel mese di novembre.
I dati Inps sulla cassa integrazione ordinaria, sempre nel mese di novembre, registrano un dato triplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nonostante questi indicatori tempestosi, il governo non solo vara decreti anti-crisi del tutto insufficienti e congiunturali, ma minimizza. Il ministro Sacconi è arrivato a dichiarare, di fronte alla crescita impetuosa della cassa integrazione ordinaria, che:«ci si preoccupa di più quando cresce la cassa straordinario».
Forse sarebbe opportuno ricordare che molte aziende preferiscono chiedere la cassa ordinaria perché, altrimenti, debbono predisporre piani di ristrutturazione che prevedono anche investimenti. Inoltre, la cassa straordinaria può essere utilizzata per un massimo di tre anni nell’arco di un quinquennio
«fisso».
L’attuale è iniziato nel 2005 e scade nel 2010. Può darsi che molte imprese abbiano già esaurito del tutto o in parte il periodo di cassa disponibile. Per di più, la cassa ordinaria può essere richiesta con la semplice causale del calo delle commesse, che in questo momento è del tutto giustificata. Quello che occorre è un intervento straordinario e strutturale, prima che sia troppo tardi. Va stanziata una cifra pari ad un punto percentuale di Pil da dividere in tre parti: sostegno al potere d’acquisto delle famiglie, ammortizzatori sociali universali, incentivi alle imprese e ai settori strategici.
- 02/10/2020 Galloni: «Perché l'Italia va verso il baratro (e come potrebbe salvarsi)»
- 24/08/2020 Carlo Bonomi: «Rischiamo una crisi irreversibile»
- 12/08/2020 Paganini: «Le politiche economiche di questo governo creano solo la decrescita felice»
- 17/06/2020 La speranza di Romano Prodi: «Se facciamo presto con misure economiche tragedia limitata»