«Crollano i prezzi dei carburanti, ma gli alimentari continuano a crescere!»
«Per Adoc una speculazione immotivata che danneggia famiglie e paese»
L'inflazione a novembre cala, secondo le stime provvisorie dell'Istat, al 2,7% dal 3,5% di ottobre, spinta dal crollo dei prezzi dei carburanti. Per Adoc è il calo più vistoso registrato nell'ultimo decennio, ma emergono dati contraddittori sui costi degli alimentari, che continuano a crescere.
«Il crollo dei prezzi del settore energia, soprattutto dei carburanti, ha contribuito al calo deciso dell'inflazione - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - ma è paradossale e contraddittorio che, nonostante gli ultimi mesi di calo progressivo dell'inflazione, il livello dei prezzi degli alimentari continui a salire, secondo le nostre stime del 6%. Un aumento immotivato, che ci porta a credere che sia in atto una grave speculazione in questo settore, a danno delle famiglie e dell'economia del Paese. E che spinge altri settori dell'industria e del commercio verso una crisi ancora più profonda, visto che i beni secondari, come elettrodomestici e arredamento, vengono relegati nel cassetto dei desideri, considerati come un lusso. Basti pensare che la spesa alimentare consuma circa il 22% delle entrate di una famiglia di quattro persone, circa 7.200 euro l'anno su 33.000 euro di reddito netto. Con un aumento dei prezzi tra il 4% segnato dall'Istat e il 6% da noi stimato, se ne deduce che il rincaro medio di spesa mensile per i prodotti alimentari sia di 35-40 euro. L'equivalente della social card promossa dal Governo. Una spesa a cui vanno aggiunte tutte le altre spese incombenti e irrinunciabili, dalla casa ai trasporti.»
Per Adoc, considerando la situazione attuale di crollo dei costi energetici, i prezzi dovrebbero calare «naturalmente» del 15-18%.
«I prezzi dei prodotti alimentari sarebbero dovuti calare del 15-18% - continua Pileri - considerando che negli ultimi mesi si sono ridotti i costi di trasporto degli stessi e i costi delle utenze dei locali di vendita e commercio. Al contrario, sono aumentati. Chiediamo al Governo un incontro urgente, per valutare la possibilità di applicare, per alcune tipologie di prodotti, prezzi calmierati e per valutare le strategie di adottare per arrivare ad un calo del 20% di tutti i prezzi degli alimentari. Chiediamo, inoltre, che i controlli effettuati da GdF e altre Istituzioni siano aumentati, sia per verificare eventuali evasioni, che per valutare la correttezza degli operatori dei mercati generali e dei trasportatori. Infine, riteniamo che per ridare ossigeno agli altri settori del commercio sia opportuno anticipare i saldi almeno al 20 dicembre. Un'ipotesi che sta prendendo corpo anche tra i commercianti, sempre più convinti della bontà dell'iniziativa. E sarebbe opportuno anche valutare la revisione delle norme in materia, per arrivare alla completa liberalizzazione dei saldi».