12 ottobre 2025
Aggiornato 15:00
Crisi economica

«Quattro mosse a sostegno redditi e famiglie»

Raddoppiare i fondi per gli ammortizzatori sociali, restituzione del fiscal drag, raddoppio della quota di detrazione degli interessi sui mutui ipotecari, introduzione graduale del quoziente familiare

Raddoppiare i fondi per gli ammortizzatori sociali, restituzione del fiscal drag, raddoppio della quota di detrazione degli interessi sui mutui ipotecari, introduzione graduale del quoziente familiare. Sono le quattro mosse che l’Ugl indica al governo per affrontare la crisi e garantire un sostegno concreto e a lungo termine per lavoratori,pensionati e famiglie.

La segreteria confederale riunita dal segretario generale, Renata Polverini, ha definito le priorità che per il sindacato vanno affrontate con urgenza dal governo. A partire da un aumento del fondo in dotazione per la cig e gli ammortizzatori sociali che, vista l’entità della crisi e il ricorso massiccio alla cassa integrazione, necessità di maggiori risorse rispetto ai 600 milioni indicati dall’esecutivo. Allo stesso modo, per aiutare le famiglie titolari di mutui, a tasso variabile ma anche a tasso fisso, è auspicabile che venga raddoppiata la detrazione fiscale ad oggi vigente.

«La leva fiscale – afferma Polverini - è la chiave di volta per un intervento che, a lungo termine, possa garantire un concreto recupero del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, impoverito negli ultimi anni anche per la mancata restituzione del fiscal drag». Sempre sul fronte fiscale, l’Ugl ritiene possibile l’avvio del sistema fiscale basato sul quoziente familiare, applicando il primo modulo della proposta Ugl, già trasmessa al governo, perché spostando l’attenzione del fisco dall’individuo al nucleo familiare si possono assicurare maggiori benefici per le famiglie numerose e attuare un principio di giustizia fiscale che oggi, a parità di reddito, penalizza i nuclei con figli o altri soggetti a carico.

«E’ evidente – continua Polverini - che un intervento immediato sulle tredicesime può rappresentare un necessario aiuto alle categorie più in difficoltà, come lo sarebbero maggiori sgravi fiscali per i figli, ma si tratta comunque di una misura una tantum, a meno che non si decida di renderla permanente, utile a tamponare l’emergenza ma non a risolvere un problema ormai cronico che riguarda i redditi da lavoro dipendente e da pensione che richiede un’azione fiscale più coraggiosa e di più ampio respiro». Il costo di questa manovra in quattro mosse ammonterebbe a poco più di 8 miliardi di euro: 1,2 miliardi per il raddoppio degli ammortizzatori sociali, 1,2 miliardi per la restituzione del fiscale drag (escluso il 2008), 1 miliardo per l’incremento delle detrazioni sui muti e 5,2 miliardi per il quoziente familiare. In sostanza uno sforamento rispetto ai conti dello 0,5 per cento. «Un sacrificio che riteniamo possa ritenersi sopportabile e ampiamente giustificato – conclude Polverini - se si guarda all’esigenza improrogabile di sostenere un ceto medio sempre più a rischio povertà e dal quale potrebbe ripartire un’azione di rinnovata spinta al mercato interno con conseguenti vantaggi per il ciclo economico del nostro Paese alle prese con una recessione i cui effetti rischiano solo di peggiorare».